WE a Lione (F) [ritorno].

5 07 2009

26/6/2009 – Km. 31.353

Per questo WE ho preso una giornata di ferie, così da fare il possibile per preparare il camper per tempo, anche Marta ha preso mezza giornata e così alle ore 14.00 riusciamo a partire con un pò di anticipo, rispetto la volta scorsa ([andata]).

Sono già passati quattro mesi da quando abbiamo portato Alice a Lione per il suo Erasmus, ed ora si va a riprenderla, sappiamo che si è trovata benissimo e che probabilmente le spiacerà un pò ritornare, ma si sa, questa esperienza aveva una fine, e pensiamo che sia stata utile anche per la sua crescita.

Marta ha molto insistito perché caricassi le biciclette, io avevo molte perplessità, il meteo non prevedeva bel tempo, ma alla fine ho caricato le nostre due biciclette e per giunta, le ho anche coperte.

Il viaggio è tranquillo, finalmente riusciamo a parlare un pò, di solito c’è sempre qualche costrizione del momento; adesso il traffico è scorrevole e conversare tra noi è molto piacevole.

L’orario anticipato, rispetto alla volta scorsa, fa si che attraversiamo la tangenziale di Milano, l’autostrada A4 fino a Torino e la tangenziale di Torino, senza nessun segno di traffico; il tempo è a tratti nuvoloso, ma non piove.

All’uscita dell’ultimo casello, alla barriera di Salbertrand, verso Bardonecchia, capita un evento increscioso.

Esco dalla prima porta Telepass sulla destra, la velocità è ovviamente ridottissima, davanti a me c’è un Tir che anche lui sta accelerando, inserisco la mia freccia direzionale per sorpassarlo, le nostre velocità non sono certo da formula uno.

Quando il cono di raccordo delle corsie di accelerazione ritornano ad essere le solite due corsie di marcia, da dietro spunta un grande suv, strombazzando ad una velocità assurda, riesce a sorpassarmi sulla sinistra.

Io ho tentato di frenare, l’unica cosa possibile per evitare di rimanere incastrato tra il Tir sulla destra, che andava più lento di me,  e il suv che suonando ed insistendo, mi sfrecciava sulla sinistra, ad una folle velocità.

Ho udito un botto sordo, mentre sia il Tir che io, inutilmente ci attaccavamo al clacson; con lo sguardo fisso avanti e la coda dell’occhio a destra per cercare di mantenere un minimo di distanza dal Tir, scopro con sollievo che il botto era solo lo specchietto di sinistra che si era girato in avanti.

Il suv continua la sua corsa assurda, suonando ed inveendo, in francese, visto che la targa era d’oltralpe; ovviamente non ha potuto sentire gli improperi miei e del camionista, per meno di un pelo abbiamo evitato una collisione, con chissà quali drammatiche conseguenze.

Inutile dire che Marta ed io, siamo rimasti impietriti per qualche minuto, tempo di rimettere al suo posto lo specchietto e vedere il camionista che continuava a sbracciarsi, spero verso il suv, perché io ero regolarmente in sorpasso, con tanto di freccia, ancor prima dell’arrivo del francese.

Queste sono le cose che fanno riflettere, probabilmente l’autista del suv si è fatto forza della sua potenza per sorpassare con arroganza, senza dover attendere quel minuto per farmi terminare il sorpasso, abbondantemente annunciato prima dalla freccia e dalla mia presenza davanti a lui, prima del suo arrivo.

Una frazione di secondo dopo e ci saremmo schiantati in tre, incuneati su due corsie, con me in mezzo ad un Tir con rimorchio ed un grosso suv, non so quanto poteva rimanere in piedi del camper e chissà di noi due.

Nel proseguire, non riesco a fare molta attenzione al navigatore, che nel frattempo ci segnala l’uscita per la circonvallazione di Oulx, la volta scorsa eravamo usciti ad Oulx ovest.

Questo ci costringe ad arrivare alla successiva uscita di Bardonecchia, una decina di chilometri oltre, e rientrare per ritornare sui nostri passi; questo allungamento però è anche servito per stemperare il nervosismo, misto a terrore, il rumore di quel colpo sordo continua a rimbombarmi nelle orecchie, compresa l’immagine del fianco del Tir pericolosamente vicino.

Prendiamo l’uscita della circonvallazione di Oulx, verso il Sestriere e poco dopo troviamo Cesana Torinese, SS24 e poi SS23, la giusta strada verso Montginèvre, senza entrare come l’altra volta nel paesino di Oulx.

Sono circa le 17.30 e il panorama è molto diverso da quello di quattro mesi fa, il verde dei prati ha preso il posto dei vari bianchi delle coltri di neve, posatesi in tempi diversi.

Non c’è traffico e si percorre bene la strada, così da poterci gustare, con la giusta sicurezza, il panorama che ci circonda; ogni tanto si vedono rivoli d’acqua e strapiombi, con tutte le varietà possibili di verde.

La pendenza è del 8%, probabilmente il massimo che ho fatto fin’ora con Zonker.Lo strepitoso motore Ford e la prodigiosa trazione posteriore gemellata, fanno magnificamente il loro lavoro, 3^ o 4^ per salire e le stesse per scendere, il freno motore funziona benissimo.

La rotonda di Briancon

La rotonda di Briançon.

Arriviamo a Briançon, la sua rotonda è inconfondibile, quella che all’andata era una bella pista illuminata ora è una scanalatura nella foresta verde, con i piloni dello skylift ben visibili.

Un borgo cittadino.

Un borgo cittadino.

Il tempo è nuvoloso, ma continua a non piovere, il paesaggio è davvero rilassante e le curve non sono molto strette.

La strada tra le Alpi.

La strada tra le Alpi.

Arrivati in piano, la strada è sempre dritta, ci sono sempre un centinaio di chilometri di autostrada francese, cara come il solito, ma almeno non abbiamo dovuto aggiungere anche il costo del Traforo.

L'arcobaleno tra le nuvole.

L'arcobaleno tra le nuvole.

Durante la discesa incontriamo uno splendido arcobaleno, che parte dal fondo della valle, fino ad immergersi tra le nuvole, non è stato facile per Marta a fotografarlo, ma non lo si poteva perdere.

La strada dietro di noi.

La strada dietro di noi.

Arriviamo anche al Lac du Chambon, il bellissimo lago che lasciammo ghiacciato ed ora è contornato da un verde variegato, c’è un pò di foschia, ma si riesce ugualmente a goderne la sua bellezza.

In marcia.

In marcia.

Ovviamente io posso solo gustarmi una piccola parte di quello spettacolo, per fortuna ci sono le foto di Marta che ricorderanno quella vista.

L'inizio del Lac du Chambon.

L'inizio del Lac du Chambon.

Percorriamo tutta la strada che costeggia il lago, cercando di scorgere il lato migliore, quello del passaggio sulla diga, le gallerie non sono sempre molto larghe, se si incrociano delle auto, o peggio dei camper, bisogna prestare un pò più di attenzione.

Sulla diga del Lac du Chambon.

Sulla diga del Lac du Chambon.

Quando siamo sulla diga, si scorge subito lo scroscio di acqua che alimenta il lago, lo stesso che riusciva a farsi largo tra il ghiaccio che lo copriva quattro mesi fa.

Il rifornimanto in Francia.

Il rifornimento in Francia.

Voglio approfittare di un benzinaio sulla strada, ha un prezzo del gasolio più basso degli altri e poi sono già oltre la metà, in questo modo dovrei avere la possibilità anche di tornare, mi piacerebbe fare rifornimento in Italia alla Tamoil. A partire da questo viaggio ho attivato il Telepass Premium, così posso avere qualche sconto sul canone mensile del Telepass.

La pioggia.

La pioggia.

Mentre scendiamo sempre più in pianura, incontriamo la tanto annunciata pioggia, in realtà poca cosa, giusto per lavare un pò il vetro, ne aveva bisogno.

Arriviamo a Lione dall’autostrada, questa volta lo svincolo indicato è libero e così prendiamo la tangenziale di Lione, che circonda tutta la città; per evitare l’inutile girovagare che ci porterebbe alla via dove abita Alice, questa volta ho inserito nel navigatore la piazza (place du Paris ), infatti questo ci permette di arrivare dall’esterno, evitando quei passaggi per noi proibiti che indicano i 2,5 mt. di altezza.

Abbiamo dovuto pagare un pedaggio, ma è come nella nostra tangenziale di Milano, ci sono dei caselli fissi e se li passi, ti tocca il pegno; non avevo considerato che con le inevitabili gallerie ci sarebbero mancate le indicazioni del navigatore e così abbiamo mancato la nostra uscita, e siamo stati costretti ad uscire alla successiva per poi rientrare.

Arriviamo nella piazza di destinazione dalla parte opposta di Rue Masaryk, scorgiamo subito che il “nostro” posto preferito è occupato, mi parcheggio alle ore 21.40 (Km. 31.872) nel verso contrario e di fronte a dov’eravamo la volta scorsa, nella speranza che prima o poi si liberino due posti.

Il proprietario del bar a fianco del camper ci informa che alle 5 del mattino passano i vigili e rimuovono le auto per il mercato, noi lo ringraziamo, cercando di fargli capire che eravamo a conoscenza del problema e che stavamo aspettando che si liberassero dei posti di fronte.

C’è da ridere, il mio francese, al massimo, si avvicina al dialetto milanese, non va molto oltre, Marta fa del suo meglio, ma in ogni modo, l’omino se ne va sorridendo e forse avrà anche compreso.

Piazza Bellecour.

Piazza Bellecour.

Parcheggiamo e chiudiamo tutto, decidiamo di farci un giro esplorativo per la zona, alla ricerca di un eventuale alternativa di sosta, ma tutto è invano, quella è una zona periferica, molto abitata e con evidente carenza di posteggi liberi.

Piazza ...

la Piazza accanto a Bellecour

Mentre torniamo a piedi verso il camper, proprio all’inizio della via in cui l’abbiamo parcheggiato, troviamo un posto, Marta si ferma per tenerlo occupato ed io corro a prendere il camper; per fortuna l’ora tarda mi aiuta nelle manovre di inversione, é un pò lontano dalla piazza in cui abita Alice, ma almeno lo lasciamo sul lato della strada dove non c’è il divieto e possiamo farci un giro in centro con il metrò.

La struttura ...

un'installazione artistica nella piazza

Alice ci aveva avvisato che al nostro arrivo sarebbe stata fuori con gli amici, pertanto l’unica è quella di camminare un pò per sgranchirci le gambe; non abbiamo mangiato molto, solo della pizza che avevamo in casa e della frutta, camminando aumenta un pò la fame, ma l’ora è tarda e non c’è molto a disposizione, i locali stanno chiudendo, così ci prendiamo delle patate fritte da Mc Donald’s … solo quelle!

La fontana con il globo di fiori.

La fontana con il globo di fiori.

Siamo di ritorno alle ore 24, giusto in tempo per la chiusura del metrò. Al nostro ritorno al camper vediamo che si sono liberati due posti auto proprio dove ci servivano, esattamente nel posto dove ci eravamo messi quando siamo venuti l’altra volta, Marta mi tiene sempre il posto, io ripeto la manovra di inversione, ed il gioco è fatto, per due giorni siamo sistemati.

Il globo di fiori.

Il globo di fiori (un'altra installazione artistica)

Siamo un pò in pendenza, ormai lo si sapeva, ma è l’unica soluzione per trovarci vicino al portone, pronti per il trasloco che faremo domenica; alle ore 00,30 andiamo a dormire, non sono particolarmente stanco, ma sono contento di potermi coricare senza altri problemi.

Dal ponte ...

Dal ponte ...

27/6/2009

La sveglia è suonata per forza alle ore 8.00, alle 9 devo mettere il tagliando del parchimetro, sono sempre convinto che non siano in molto ad esporlo, ma noi siamo troppo appariscenti e qualcuno potrebbe infastidirsi, pertanto … colazione e via, con € 4 siamo a posto fino alle ore 14.

L'ovetto mattutino.

L'ovetto mattutino ...

Scopriamo che Alice, nella notte, ci ha lasciato un biglietto incollato al camper, ci aspetta per le 11, una levataccia per lei, considerato che l’ha scritto alle 3,30.

... fresco ... fresco!

... fresco ... fresco!

Inevitabile è anche l’appuntamento con l’ovetto mattutino, fresco di giornata, in fondo il mercato ha anche le sua comodità! … un vecchio ricordo del primo viaggio.

Il ponte sulla Saonne.

Il ponte sulla Saona.

Così decidiamo di aggirarci a piedi, il cielo è ancora bigio, sprazzi di sole si alternano a cupe nubi, ogni tanto scende una goccia, ma noi siamo stoici e giriamo tra i ponti fino all’ora dell’appuntamento con Alice.

Il ponte rosa.

Il ponte rosa.

Torniamo in tempo per incontrare Alice e per prendere le nostre biciclette, decidiamo di proseguire nel giro cittadino con più libertà di movimento, Lione è una splendida città, a misura di pedone e di bicicletta, ce ne sono molte del servizio pubblico comunale.

Il solito parcheggio.

Il "solito" parcheggio davanti al bar.

Il bar sembra tollerare senza troppo fastidio la nostra mole, siamo regolarmente dentro il parcheggio a pagamento, ma si sa, un veicolo alto 3 mt. davanti alla vetrina, sono sempre 3 mt.

Sulla via.

Sulla via.

Quello che rimarrà alla storia, è il passaggio di uno di “Quelli di Dova”, mi sembrava quindi doveroso portarne la giusta testimonianza.

La bandierina a Lione.

La bandierina di Dova a Lione.

Percorriamo le strade, inizialmente sul lungo fiume Saona, rivediamo i palazzi con i dipinti sulle facciate, sono davvero particolari, di sera sono anche illuminati, ma sono proprio ben decorati.

Un particolare del dipinto.

Una facciata dipinta a tromp l'oeil.

Il traffico è scorrevole, incredibile per una città di queste dimensioni, c’è da riconoscere che i servizi pubblici sono molto ben cadenzati, sia come frequenze, che come capillarità e dove non arriva il metrò o il bus, arriva la bicicletta.

Un particolare dipinto.

Un particolare di un dipinto.

Arriviamo in piazza del municipio, una grande isola pedonale con molte persone, molto ben tenuta, con la fontana e il palazzo comunale che fa il suo effetto scenico.

La fontana.

La fontana.

Il municipio.

Il municipio.

Il cielo si sta facendo sempre più minaccioso, noi però confidiamo molto sulla nostra stella, ogni tanto qualche goccia si allunga fino a noi, ma la ignoriamo.

La fontana rotonda.

La fontana rotonda.

Dietro al municipio c’è il teatro dell’Operà di Lione, diciamo che hanno avuto una pecca di fantasia, ma l’ambiente rende bene l’idea, l’edificio è nuovo e strutturato per accogliere non solo il teatro, ma anche altre strutture annesse.

Il cielo minaccioso.

Il cielo minaccioso.

A fianco c’è una piazzetta che raccoglie dei monumenti fatti con materiale ferroso e con giochi d’acqua, fontane e canaletti, dove i ragazzini si divertono a giocarci dentro.

Il canaletto.

Il canaletto.

A questo punto abbiamo la città a nostra disposizione, tutta da esplorare e cosa decidiamo? … di arrampicarci per una irta salita, con le bici in mano, alla ricerca di un ipotetico parco con degli animali.

Dietro l'Operà.

Dietro l'Operà.

E’ la salita che la volta scorsa ci ha visto inoltrarci con il camper, con le strette strade, con le auto parcheggiate che ostruiscono il cammino.

E’ un quartiere molto popolato, di sicuro un vecchio quartiere di Lione, in cima porta alla Croix Rousse, un promontorio che svetta sulla città.

La salita in bici.

La salita in bici.

Circa a metà strada però, io dichiaro la guerra persa, non mi piace quella salita e la fatica (inutile?) m’innervosisce; mi aspettavo una discussione con Marta, che sapevo che avrebbe  volere continuare, ma alla fine scendiamo, un pò di malumore, ma almeno siamo in piano e poi dobbiamo anche tornare per pranzare con Alice.

Il campanile dietro al camper.

Il campanile dietro al camper.

Pranziamo in casa con Alice, ci ha preparato un gustoso risotto con il salmone; in questa occasione ci racconta come alcuni dei suoi amici francesi concepiscono la “vera” cucina italiana: per fare gli spaghetti, si mette sul fuoco la pentola con dentro la pasta, l’acqua fredda, il sale, l’olio o burro, e si lascia bollire il tutto senza mai mescolare et voilà!… immagino la bontà! 😮

Un'altro ponte.

Un altro ponte.

Nel pomeriggio decidiamo di farci un giro in bicicletta in tre, Alice ormai è un’esperta della città, così ci accompagna, senza nessuna difficoltà, prima in piazza del municipio, dove lasciamo le bici, poi con un comodo trenino a cremagliera, saliamo a Croix Rousse; la giornata è tornata bella, così possiamo ammirare la città dall’alto.

Il davanti dell'Operà di Lione.

Il davanti dell'Operà di Lione.

Il tappeto all'ingresso.

Il tappeto all'ingresso.

Ci sono parecchi spazi verdi e molte persone che si stanno godendo la giornata, decidiamo di scendere a piedi per la scalinata che si sviluppa sotto di noi e che attraversa la collina passando tra gli stretti palazzi e regalandoci squarci di vita quotidiana.

La vista da

La vista da Croix Rousse.

Prima di scendere ci godiamo uno scorcio magico sulla città, da qui si possono vedere le altre colline, dall’altra parte del fiume, la città vecchia. Si scorgono perfettamente le diversità tra i rioni, dal più vecchio al centro, fino ai più moderni in periferia.

Il panorama sulla città.

Il panorama sulla città.

Questa vista ricorda un pò Praga dall’alto, con la città vecchia, circondata dal fiume; ma probabilmente è una caratteristica comune alle vecchie città con i fiumi.

Le colline lontane.

Le colline lontane.

La strada si chiama Monteé de la Grande Còte ed è contornata da piccoli negozietti che vendono ogni cosa, persino il kebab 100% Allah, con il significato che le carni sono state trattate da un macellaio islamico; un curioso richiamo pubblicitario.

La scalinata in discesa.

La scalinata in discesa.

Appena riprendiamo le bici, ci dirigiamo al parco con gli animali che non siamo riusciti a trovare al mattino: è da tutt’altra parte! Girovaghiamo per le vie cittadine, osservando con calma il movimento del sabato pomeriggio.

M

Monteé de la Grande Còte

Arriviamo davanti al parco e un grande cancello nero, con le estremità dorate, colpisce immediatamente il nostro sguardo celando un pò di quel vasto parco che racchiude.

Il cancello dle parco.

Il cancello del parco.

Anche in questo parco ci sono gli artisti di strada che intrattengono i più piccoli; sono molte le persone che passeggiano, corrono a piedi, in bici o con i pattini, ci sono gruppi con gli sposi per le foto di rito.

Gli ambulanti.

Gli ambulanti.

Incontriamo alcuni sposi di religioni diverse, li riconosciamo dagli abiti, non certo comuni per le nostre consuetudini, anche se non è difficile scorgere un’eleganza ricercata tra i loto invitati.

La statua del G8.

La statua del G8.

Lungo un vialetto c’è uno strano monumento, nel leggere scopriamo che è stato messo in occasione dell’incontro del G8 a Lione del 1996; il globo riporta solo le nazioni partecipanti, come ad indicare che sono quelle che sorreggono il mondo intero.

Il ponte di legno.

Il ponte di legno.

L’atmosfera all’interno del grande parco è molto rilassante, ci sono anche strutture in legno che rendono più caldo il cammino, come il ponte sul fiumicello che alimenta il laghetto all’interno, ricorda un pò le strutture alpine.

Una specie tral e tante.

Una specie tral e tante.

Ogni tanto svolazza qualche specie di uccello, diverso dal consueto, non so riconoscerli, ma è bello poterli vedere liberi e con tutti i loro colori naturali.

Il trenino.

Il trenino.

C’è anche un trenino che gira all’interno del parco, per fortuna ogni tanto si fa sentire con il suo suono, altrimenti c’è il rischio di trovarselo all’improvviso che spunta dal verde.

I coccodrilli.

I coccodrilli.

Poi entriamo nella parte più interessante, il “parc de la Tête d’Or” (così si chiama),  realizzato nel 1856. Il parco una volta era di un privato che alla morte lo ha lasciato gratuitamente alla città, a patto che il comune continuasse a lasciarne l’ingresso gratuito, consentendo a tutti di ammirare gli animali custoditi e ben curati all’interno.

Fenicotteri e pellicano.

Fenicotteri e pellicano.

Ci sono così animali africani, in gabbie ampie, elefanti, giraffe, coccodrilli, fenicotteri, pellicani, giaguari, ecc., purtroppo non sono sempre visibili, forse per manutenzione, ma quelli visibili sembrano tranquilli e non troppo stressati dalla cattività.

La fontanella bassa.

La fontanella bassa.

Una cosa curiosa, lungo i vialetti ogni tanto compaiono delle strane fontanelle, sono piuttosto basse per essere fatte per esseri umani, mentre sembrerebbero fatte a giusta altezza per gli animali; l’unica loro difficoltà è spingere il bottone sul lato per fare uscire l’acqua, cosa già complicata per un essere umano, figuriamoci per un animale!

Alice ci saluta, vuole correre a casa per prepararsi per l’ultima cena con gli amici, noi rimaniamo a perlustrare il parco in bici, ma alla fine ci rilassiamo nel bel verde prato dell’ingresso; ci concediamo anche un pisolino, non abbiamo nessuna fretta.

I cmaper parcheggiati.

I camper parcheggiati.

All’uscita dal parco, verso le ore 20, guardando il Pont W. Churchill,  posso scorgere a sinistra una possibilità di sosta per i camper, sulla Rive Gauche ci sono già dei camper parcheggiati, non so se in sosta permanente o in visita, ma lo spazio c’è.

I giochi per i bambini.

I giochi per i bambini con le sdraio.

C’è un bel tramonto roseo che diffonde una luce particolare sulle rive del fiume, lo attraversiamo utilizzando la Passerelle du Collège, meno trafficato dalle auto. Sotto di noi, come spesso accade sulle rive, ci sono delle strutture per i bambini e delle comode sdraio libere per prendere il sole; la struttura per il giorno dei bambini è mobile ed imperniata sul movimento dell’acqua, un argomento interessante per un camperista.

La passerella

La Passerelle du Collège.

In giro c’è un gran movimento di persone, a piedi ed in bicicletta, di sicuro si stanno preparando per il sabato sera, anche i locali sono in fermento, i camerieri hanno già apparecchiato sui barconi ristorante, ancorati permanentemente sulle rive dei fiumi, fuori la temperatura è mite e piacevole.

I barconi ristorante, sulla riva.

I barconi ristorante, sulla riva.

Attraversiamo il Rodano, seguiamo per un pezzo sulla destra la Saona e siamo di nuovo al camper, le auto posteggiate dietro di noi m’impediscono di caricare le bici, perciò le lasciamo doppiamente legate sul marciapiedi, ad una struttura fissa di ferro.

Alice ci ha lasciato un pieghevole con le varie possibilità di intrattenimento della serata lionese, ceniamo, ma … la stanchezza ci attanaglia, Marta si addormenta sulla dinette, io osservo un pò il movimento del bar di fronte; ci sono delle serate commemorative in occasione della morte di Michael Jackson, sia in televisione al bar, che in un appartamento sopra di noi.

Lascio il camper al buio, la luce non serve, Marta dorme e se mi metto a leggere mi addormento anch’io, ma non voglio perdermi questo scorcio di vita serale inconsueta.

Scorgo degli strani personaggi, uomini e donne, come alla deriva della vita, sono annoiati, fumano e bevono svogliatamente, di rado si rivolgono la parola; è proprio vero che ogni mondo è paese, sopra di me saltano e ballano, sotto di me, s’ammazzano d’inedia, io me ne vado a dormire contento di stare a metà, mentre il bar chiude.

28/6/2009

La notte è stata un pò tormentata, sopra di noi si sono scatenati ad urlare le canzoni di Michael Jeckson, con la musica a palla, alle 2 non ce la facevano più di urlare ed hanno lasciato solo la musica; per fortuna alle 5 il bar ha aperto, così chi doveva aprire il mercato, ha fatto colazione sotto di noi, un pò rumorosi, ma nulla in confronto ai cantori notturni.

Le ciliegie.

Le ciliegie.

Alle ore 9,30 mi alzo, ho dormito a tratti, ma tutto sommato meno peggio di quanto avessi pensato; giusto il tempo di una bella colazione e via, il trasloco ci aspetta.

Le albicocche.

Le albicocche.

Purtroppo questa mattina non c’è la bancarella delle uova fresche, però ci compriamo della frutta, molto conveniente, rispetto ai prezzi di  casa. E’ matura, da mangiare subito, e dubito che ne possa rimanere…; troviamo anche 4 avogados a € 1,50, da mangiare subito.

Un esempio di carico con il lenzuolo.

Un esempio di carico con il lenzuolo.

Ci ricordiamo di aver lasciato a casa le grosse valigie con le quali avevamo accompagnato qui Alice quattro mesi fa. Le avevamo riportate a casa per non lasciarle l’ingombro in stanza e … lì sono rimaste! Così, dopo un attimo di panico ci viene in mente di chiudere i vestiti nelle lenzuola. Tra l’altro questo è un modo per passare proprio inosservati, tra i banchi del mercato e i tavolini del bar! Per fortuna la macchina che avevamo parcheggiata dietro se ne va e riesco a caricare le bici, approfittando del momentaneo vuoto dietro di noi.

La nostra posizione di carico.

La nostra posizione di carico.

E’ incredibile quante cose si siano accumulate in soli quattro mesi, per fortuna riusciamo a stipare tutto sui letti a castello; mi rifiuto di pensare minimamente al peso finale, voglio fare il viaggio con tranquillità e del resto non potrei fare diversamente.

Il mercato dall'alto.

Il mercato dall'alto.

Marta ed io volevamo fare un ultimo giro in città, ma il tempo è poco, riusciamo a farci un piccolo giro, pranziamo e poi siamo pronti a partire; Alice chiede nel bar di far spostare la macchina che é tornata ad appiccicarsi dietro di noi per farci uscire e alle ore 14,45 partiamo, con sempre Km. 31.872.

Alice che dorme.

Alice che dorme.

Il navigatore ci accompagna verso la periferia e subito dopo entriamo in autostrada, con Alice siamo arrivati ad un compromesso, ha abbassato la dinette per sdraiarsi, ma mette le cinture; questa notte ha fatto le ore piccole e non le è difficile dormire, anche in quella strana posizione.

Il paesaggio fuori Lione.

Il paesaggio fuori Lione.

Il pomeriggio è bello, non c’è tanto traffico e si viaggia bene, è bello parlare con Marta durante il viaggio, peccato che dura poco, si addormenta anche lei ed io mi dedico alla guida con la mia bella musica.

Guidare è molto piacevole, il fatto di rifare questa strada, in orario diverso, mi permette di osservare altri punti di vista, diversi dall’andata e da quest’inverno.

Come arriviamo nei pressi delle Alpi, incontro numerosi gruppi di ciclisti; tra loro ci sono anche molte donne, e tutti hanno bei capi vistosi, ma certo è che, come la strada inevitabilmente si stringe per la salita, è difficile sorpassarli; loro non stanno sempre in fila indiana e questo è un pericolo in più a cui stare attento.

Appena posso accosto per lasciar passare le auto che ho dietro, ma non ce n’é bisogno spesso, in tutto il viaggio mi sono accostato solo 2 o 3 volte.

Arriviamo in Italia apparentemente alla svelta, sarà perché guidare non mi pesa, prendiamo subito l’autostrada ad Oulx e qui troviamo un pò più di traffico, fino a San Giuliano Torinese, dove troviamo una coda ferma che ci costringe ad uscire.

La Sacra di S. Michele.

La Sacra di S. Michele.

Facciamo una decina di chilometri fuori, sempre in una lenta coda e poi rientriamo in autostrada, questa volta vuota o comunque per noi molto scorrevole, non passo i 100 km/h o i 3.000 giri.

Faccio gasolio verso Milano, non voglio rischiare di rimanere a secco prima di arrivare a casa e trovo anche un distributore Tamoil così posso sfruttare la nuova convenzione con il Telepass.

Parte del residuato lionese.

Parte del residuato lionese.

Arriviamo alle ore 22,20 sotto casa, al Km. 32.360, e scarichiamo le bici e le saccate di cose di Alice con l’aiuto di Clara e Alberto, il ragazzo di Alice; poi Marta mi segue al rimessaggio che é chiuso, vista l’ora; pulisco il bagno stando fuori dal rimessaggio, poi citofono perché mi aprano e scarico al buio.

Non so perché, ma il proprietario ha anche chiuso l’acqua, così sciacquo la cassetta con le grigie, parcheggio al mio posto e torniamo a casa dove ci aspettano Alice, Alberto e Clara con una pizza.

Anche questa avventura è andata, in modo piacevole, come sempre. 🙂

Il percorso ()

o-o-o

Documentazione:

Alcuni suggerimenti da scaricare in Pdf.

Statistiche:

Percorso Km. 1.007
Gasolio 131,00
Telepass 25,40
Autostr. Fr. 33,50
Alimentari 20,20
Trasporti pubbl. 7,80
Sosta 6,50
Altro 0,00
Totale 224,40


Bye  Maurizio