Capodanno 2009 – Praga (CZ).

17 02 2009

27/12/2008 – Km. 25.906

Si parte per la prima tappa, abbiamo deciso di dedicare un pò di tempo anche alle città che incontreremo lungo il tragitto, e così abbiamo scelto Innsbruck come prima tappa; il tempo è bello, anche se il ghiaccio è ovunque; un pò di pensiero per Clara che dal 31 rimarrà a casa da sola e che dovrà organizzarsi con la cucina per il suo capodanno, il bus per i suoi spostamenti, ma ha 17 anni ormai, e dovrebbe farcela.

Gli altri figli sono sparsi per il Globo, Alice a Berlino, Marco a casa di amici fuori Milano, Claudia a casa di alcune amiche a Milano, insomma, l’ansia del genitore avrà il giusto respiro.

Dopo aver preparato il camper la mattina, perché era impossibile farlo ieri sera per via del gelo, siamo partiti alle ore 9,30; tuttavia non abbiamo potuto rifornirci di acqua: la colonnina del rimessaggio era gelata, così abbiamo dovuto rimediare fermandoci presso la stazione di servizio di Sebino Sud, sulla A4.

L’operazione non è stata semplice, perché quei furbi hanno messo un semplice rubinetto di casa al centro di un’aiuola, quindi ho dovuto tenere l’estremità della canna da 9 mt. inserita a mano, con l’acqua gelata che usciva sulle mani. 😦

L’operazione ci ha impegnato per una mezzora, ma non importa, siamo partiti più tranquilli per la nostra avventura.

Il navigatore, opportunamente caricato con le mappe dell’est Europa, ci ha suggerito una variante, l’uscita a Peschiera del Garda, ma non ho voluto dare retta alla bellissima signorina e così, a Verona, giusto all’allaccio con la A22, ci siamo sorbiti un pò di coda.

Alle ore 13,50 ci fermiamo per il pranzo, presso l’area di servizio Castel Varco Est sulla A22 (), una veloce pasta al sugo, un caffè al bar e via verso il nostro obbiettivo.

Purtroppo, poco prima del confine con l’Austria, inizia quello che sarà il nostro tormento per tutto il viaggio: la 5° marcia ha iniziato a rumoreggiare lievemente, dapprima solo al rilascio dell’acceleratore.

Sulle prime la preoccupazione aveva preso il sopravvento su entrambi. Temevamo il ritorno forzato e così l’inevitabile fine del viaggio, ma poi il ragionamento ha prevalso; in fin dei conti siamo sempre a “casa nostra” e il rumore non pare essere ancora allarmante.

Il valico del Brennero è gelato, il tempo è grigio e freddo, un leggero vento gelido azzera qualsiasi voglia di stare fuori, acquisto la vignetta per le autostrade austriache a € 7,70, valida per 10 giorni e proseguiamo.

Passata la frontiera, dopo aver fatto il pieno di gasolio invernale (al Km. 26.264), ci siamo imbattuti in un casello autostradale, lasciandoci un pò nello sgomento, l’omino ci ha chiesto altri € 8 per il pedaggio, io ero convinto che bastasse la vignetta, ma evidentemente non è così e speriamo che sia il solo casello da pagare.

Alle ore 18,17 arriviamo ad Innsbruck, avvolta nel gelo, nel buio e piena di luci, giriamo un pò per la città, alla ricerca del parcheggio dei pullman, come suggerito su CamperOnLine (COL), lo troviamo, ma sembra proprio una rapina, € 25 al giorno, senza corrente e con l’acqua ad intermittenza, per condividere appunto lo spazio con i pullman, dove ce n’è sempre almeno uno acceso.

Il parcheggio per la notte in libera.

Il parcheggio per la notte in libera.

Decidiamo così di trovare un’altra sistemazione, poco distante da quel parcheggio c’è una zona che apparentemente sembra essere un’area fieristica, poco abitata, con molti parcheggi liberi a pagamento, poco traffico; ci fermiamo così in sosta libera () ed accendiamo la stufa, poi ci inoltriamo a piedi per le vie del centro, giusto per una veloce visita serale della città.

Il camion antico dei pompieri.

Il camion antico dei pompieri.

L’aria natalizia è ovunque, non solo nelle vie e nei palazzi, incappiamo in un bellissimo veicolo antico dei pompieri tutto illuminato che ci coglie di sorpresa. Nel muoverci dal camper, notiamo che nello stesso isolato c’è anche una stazione di Polizia, proprio quasi davanti a quel parcheggio dei bus. Chiedo ad un camperista di Milano che è parcheggiato lì e mi conferma che quel posto è davvero rumoroso e che i pullman sono sempre in movimento, oltre a sentire il vicino traffico della città, tanto che lui rimpiangeva la decisione di non essere andato in un campeggio.

Una via centrale.

Una via centrale.

Per le vie c’è molto movimento, anche nei locali, bar, pub e ristoranti, ci sono ancora dei mercatini di Natale che offrono, oltre che l’artigianato locale, anche le loro specialità alimentari, il vin brulè e i panini con le salsicce, la fanno da padroni.

La loggia del Goldenes Dachl.

La loggia del Goldenes Dachl.

L’aria è fredda ed ogni tanto scende anche qualche fiocco di neve, ma noi siamo ben vestiti e non ne risentiamo, camminiamo fino a quasi le ore 21 e poi rientriamo per cenare e finalmente rilassarci e perché no, dormire un pò.

La colonna di S. Anna sulla Marie-Teresien-Stasse.

La colonna di S. Anna sulla Marie-Teresien-Stasse.

Rientrando abbiamo preso dell’acqua da una fontanella del Hofgarten, che per fortuna non era ghiacciata, situata dietro al parcheggio dei bus a pagamento, vicino al teatro; ne prendiamo giusto 4 bottiglie da 2 lt. per la minestra e per non usare quella nel serbatoio, che di solito non usiamo per mangiare, se non per far bollire la pasta.

Così scopriamo che, nonostante il pagamento, nel parcheggio dei pullman non c’è sempre l’acqua, cosa di cui si lamentava un altro camperista di Bologna che ne era rimasto completamente senza e che aspirava ad un campeggio fuori città.

Il divieto minaccioso.

Il divieto minaccioso.

La notte passa tranquilla, nessuno ha detto nulla, nonostante i minacciosi cartelli che vietavano “il campeggio” ai camper, affissi ovunque lungo le vie dei parcheggi a pagamento. Per il Codice della strada italiano noi non stiamo campeggiando, abbiamo a terra le sole ruote, ma … qui siamo in Austria, noi non sappiamo il tedesco, oltre che non conoscere il loro Codice della strada.

Il traffico è pressoché inesistente, nessun rumore molesto, l’interno del camper regge benissimo la temperatura esterna. Ho provato a verificarne i gradi, ma il termometro ci metteva troppo e così ho deciso che potevano esserci -3° circa, mentre l’interno, con la stufa al minimo è a 11°, il piumone e la tuta fanno il resto, nel letto si sta benissimo, al caldo.

28/12/2008 – Km. 26.288

Abbiamo dormito bene al calduccio, una zona davvero molto tranquilla, anche gli aerei del vicino aeroporto non ci hanno disturbato, il sole mattutino ci fa scoprire che attorno alla città c’è una corona di montagne innevate che ora splendono al sole, sono proprio una meraviglia, così come la condensa ghiacciata all’interno della cabina, per fortuna il Ford si scalda alla svelta.

Il risveglio.

Il risveglio.

Nel ripartire verso Salisburgo, alle ore 9,30, riprendiamo anche il contatto con il nostro “problema“, ci allontaniamo dalla città, le campagne mostrano il gelo ovunque, e quel rumore, a differenza dall’inizio, inizia a farsi sentire anche in accelerazione, quindi decido che una volta arrivati, cercherò un Ford Service per saperne di più, anche se il periodo delle festività in cui siamo non fa prevedere per il meglio.

Per il momento le altre marce non destano preoccupazione, nessun rumore apparente, ma sono certo che da lì arriveranno delle “tetre sinfonie”, tutto sta a capire “quando”, spero il più tardi possibile.

Il panorama mattutino.

Il panorama mattutino.

Il viaggio continua tranquillo, il panorama gradevolmente gelato, ci consente di arrivare comodi a Salisburgo, sappiamo che quella di oggi non sarà una lunga tappa, ma questo dovrebbe consentirci di poter avere più tempo per visitare questa bellissima città, così come suggerito dalla guida che ci accompagna.

La cattedrale di Sant Andrea con il parcheggio.

La cattedrale di Sant Andrea con il parcheggio.

Arriviamo in città alle ore 12 e senza troppa difficoltà troviamo anche qui il parcheggio in centro a Mirabelplatz, come indicato su COL, vicino alla cattedrale di Sant Andrea (); desistiamo però dal fermarci qui, non per il pedaggio che credo sia sui € 16, ma perché ci sono moltissimi camper, la maggior parte italiani, stipati uno vicino all’altro e con i loro bellissimi compressori a vista e funzionanti, che non fanno presagire una notte tranquilla.

L'affollamento sulla sx, a dx è ancora peggio.

L'affollamento sulla sx, a dx è ancora peggio.

Giriamo un pò in perlustrazione per le vie, il traffico non è impossibile, c’è anche un bel sole e la temperatura sembra meno rigida; non fatichiamo a trovare una giusta e comoda alternativa, sempre in sosta libera e senza infrangere nessun divieto, in via Bayerhamerstr (), davanti a noi c’è un bel giardino, ampio e con dei sevizi pubblici a disposizione, anche se per il momento a noi non serviranno.

Il giardino a fianco.

Il giardino a fianco.

La vicinanza con il centro storico ci consente di arrivare velocemente nell’area pedonale, siamo sempre ben coperti, cappello di lana, guanti da sci e giacca a vento, ma è bello poter passeggiare sotto quel sole gelido.

Il castello dal ponte sul fiume.

Il castello dal ponte sul fiume.

Il fiume Salzach divide la città nuova dai vicoli della parte antica. Noi siamo in sosta nella parte nuova, così possiamo osservare le due diverse visioni, il ponte è anche l’unico punto di congiunzione tra le due parti.

Sopra la città vecchia c’è la fortezza di Hohensalzburg che sorveglia la città, in questi ultimi tempi stiamo vedendo molti castelli e fortezze medioevali, così anche in questo viaggio possiamo tuffarci con l’immaginazione nel medioevo e scoprire un pò di più sulla costruzione della attuale Europa.

Lungo le vecchie viuzze si respira ancora l’aria natalizia e ci sono le bancarelle dei mercatini; sono anche molto evidenti i segni della ristrutturazione in corso sugli antichi edifici.

La cupola pluri affreescata.

La cupola pluri affrescata.

Tutti gli edifici che danno sulla Residenzplatz sono nascosti dalle coperture per ristrutturazione, così come il Duomo, fin troppo imponente per la piccola piazzetta che lo accoglie. Leggiamo sulle guide che è opera di architettura italiana e questo ci fa un pò piacere, scopriamo anche che quella attuale é la terza ricostruzione, l’ultima fu devastata dall’ultima guerra in un bombardamento.

La fonte battesimale.

La fonte battesimale.

Scopriamo anche che qui, oltre ad un imponente organo, c’è anche il fonte battesimale, originale, appartenente alla prima costruzione del Duomo, dove sono stati battezzati a suo tempo Mozart e Josef Mohr, l’autore dei testi della famosissima canzone “Stille Nacht“.

L'imponente organo funzionante.

L'imponente organo funzionante.

Anche la vicina Mozartplatz è invasa, ma questa volta è una pista di ghiaccio per il pattinaggio che la occupa, con la sua musica assordante che la accompagna.

La piazza di Mozart con la sua statua in lontananza.

La piazza di Mozart con la sua statua in lontananza.

Dietro al duomo c’è l’ampia Kapitelpatz, con una scacchiera gigante ed i pezzi banco e neri in legno sulla quale stanno anche giocando una partita. La scacchiera é sovrastata da  ed un globo dorato, con in cima un omino, di cui ignoriamo il significato e da lì si scorge anche la funicolare che porta alla fortezza.

La scacchiera, il globo e la fortezza sullo sfondo.

La scacchiera, il globo e la fortezza sullo sfondo.

Prima di salire alla fortezza scopriamo un mulino ad acqua funzionante, più che il mulino in se, sono curiose le costruzioni che l’acqua ghiacciata ha creato attorno ad esso.

Il mulino in movimento.

Il mulino in movimento.

Il movimento fermato dal flash.

Il movimento fermato dal flash.

Il ghiaccio con la luce naturale.

Il ghiaccio con la luce naturale.

La funicolare è veloce ed in un attimo ci porta in cima, già salendo il panorama è notevole.

La Kapitelplatz dalla funicolare con il duomo sullo sfondo.

La Kapitelplatz dalla funicolare con il duomo sullo sfondo.

Purtroppo la giornata è un pò offuscata, la stagione è quella che è e poi siamo ormai al tramonto, da queste parti il sole cala presto, ma l’immagine della città con il fiume che l’attraversa è davvero magica, peccato che le fotografie non le rendano il giusto onore.

La prima parte del fiume Salzach.

La prima parte del fiume Salzach.

La parte centrale della città.

La parte centrale della città.

L'ultima parte visibile, con le ombre della fortezza.

L'ultima parte visibile, con le ombre della fortezza.

La città dietro la fortezza.

La città dietro la fortezza.

Nonostante la sua imponenza, non c’è molto da vedere della fortezza, è ancora abitata, però ci sono delle sale che mostrano parte della storia che ha interessato l’Austria come l’Italia, come ad esempio, alcuni reperti della prima guerra mondiale, con anche dei cimeli appartenuti ai soldati italiani.

La stufa di maiolica.

La stufa di maiolica.

Si riesce anche a visitare la stanza privata dell’arcivescovo, con la sua stufa di maiolica ed un primordio di gabinetto, un pò l’antesignano della cassetta del camper, poiché lo scarico era immediatamente … sotto! … le mura!!! 😮

Il water antico.

L'antico water.

Uscendo dalle sale interne siamo catturati da un bellissimo tramonto, con il rosso scuro che lascia il posto al nero della notte, la città che inizia ad illuminarsi, il movimento delle auto, davvero un’atmosfera imperdibile.

La città illuminata, vista da una feritoia.

La città illuminata, vista da una feritoia.

Il tramonto che crea due volti, Adamo a dx ed Eva a sx.

Il tramonto che crea due volti, Adamo a dx ed Eva a sx.

Ritornando in città e vagando per i vicoli capitiamo nella piazza Università, dove scorgiamo a terra un corso d’acqua che sprofonda con repentina violenza in un buco perfettamente circolare; allargando meglio lo sguardo scopriamo che è una meridiana, con l’asta che sovrasta il foro di scarico, direi che è una fontana molto suggestiva.

Il foro di scarico.

Il foro di scarico.

La meridiana.

La meridiana.

La città notturna offre altre possibilità per stupirsi, come l’effetto delle illuminazioni dei palazzi storici, come anche l’insegna del Mc Donald’s perfettamente integrata nel contesto storico od addirittura tre intere vetrine che esponevano distese di uova pasquali colorate a mano.

L'insegna di Mc Donald's.

L'insegna di Mc Donald's.

La serata per noi si conclude con la passeggiata del ritorno al camper, oltre al viaggio abbiamo camminato moltissimo, per fortuna abbiamo trovato un punto informazioni turistiche che ci ha dato un paio d’indirizzi di Ford Service , così domani mattina avremo dove andare.

Le uova pasquali esposte.

Le uova pasquali esposte.

La temperatura scende ancora, la stufa non l’avevo lasciata accesa, forse per troppa fiducia, ma per fortuna arriviamo al camper e troviamo una temperatura interna di 10°, evidentemente le coperture per combattere il freddo stanno lavorando perfettamente, ci vuole solo una striscia di velcro per fermare la divisione con la cabina e le sedute delle dinette, ma per questo ci penseremo al ritorno a casa.

La fortezza e i monumenti illuminati.

La fortezza e i monumenti illuminati.

La stufa raggiunge alla svelta la temperatura di 17°, ci prepariamo la cena, facciamo il punto per la giornata di domani e poi un sano e meritato riposo, sempre con la stufa accesa al minimo.

29/12/2008

La sveglia è alle ore 7, preferisco essere alla svelta dal meccanico, però questo non c’impedisce di goderci una bella colazione calda; scopriamo in ritardo il ghiaccio sul vetro interno della cabina, effetto della condensa notturna, questo ci porta a doverlo sbrinare grattando il ghiaccio, mentre sarebbe bastato lasciare il motore acceso qualche minuto, ma non abbiamo tempo da perdere.

Il parcheggio libero e bello, con il ghiaccio mattutino in cabina.

Il parcheggio libero e bello, con il ghiaccio mattutino in cabina.

Noi ci siamo preparati un biglietto con scritto una frase in tedesco {il testo in tedesco: “Bitte 1 kostenvoranschlag (fax) fur geräusch ubertragung fur versischerung nach-er reparier“, scritto senza sapere la lingua e traducendo dal dizionario: “Per favore, un preventivo per un problema alla trasmissione per l’assicurazione, prima di ripararlo“}, che poteva riassumere velocemente il nostro disagio e relativo bisogno. A ragione non eravamo molto sicuri sulla correttezza, ma sembrava funzionare ugualmente bene e così intanto ieri abbiamo passato una bella serata.

Facciamo visita prima al più grande concessionario Ford di Salisburgo, un efficiente capo officina prova il camper e sancisce il primo verdetto, tra il suo inglese e il nostro gesticolare, riusciamo a capirci: “la scatola del cambio è rotta, nessun problema, alla più disperata perderai la 5° marcia”.

Lo sbrinamento del parabrezza.

Lo sbrinamento del parabrezza.

Purtroppo per noi, in quella concessionaria non hanno il tempo necessario, ci offrono un intervento per il 15-16/1, data per noi impossibile.

Anche la seconda officina non può accoglierci, ma esorto il titolare a provare il mezzo, dopo di che lui si astiene dal suggerirci di proseguire, anche se conferma il guasto alla scatola del cambio.

Però ci indirizza verso un terzo concessionario, per fortuna è sulla strada per Praga, quindi fuori Salisburgo; arriviamo dopo poco e qui troviamo delle persone gentilissime che, nonostante la difficoltà della lingua, comprendono benissimo il problema, anche qui il meccanico ci suggerisce di non usare la 5° e secondo lui non dovremmo avere problemi.

A questo punto, Marta ed io, prendiamo una veloce e inevitabile decisione: proseguiamo fino a Praga! 🙂

C’è sì un pizzico di incognita e d’incoscienza, ma in fondo abbiamo sempre la nostra casa sulle spalle, perciò questo ci conforta un pò e poi a Praga non dovremo usare il mezzo; sono le ore 10,30 e riprendiamo la marcia da Seekirchen, poco fuori Salisburgo, dove c’era l’ultimo meccanico, modificando così di poco il percorso previsto ().

Subito usciti dall’ultimo concessionario, troviamo una coda incredibilmente lunga e ferma per l’ingresso in autostrada, così chiediamo l’aiuto al navigatore di dirigerci verso Český Krumlov, penultima tappa prima dei Praga, senza autostrada, tanto sulla statale non c’è traffico e noi non siamo certo in grado di correre e poi sono solo 218 km.

La strada statale deserta.

La strada statale deserta.

Il paesaggio che ci si presenta cambia, ora abbiamo davanti a noi strade deserte e campagna imbiancate dal gelo e da qualche nevicata recente.

Poi rientriamo in autostrada e così scopro che mantenendo una velocità costante, senza sforzo ed in piano, il rumore quasi sparisce del tutto, alleggerendo così l’impatto morale sulle mie vertebre.

Giusto avvicinandoci a Linz troviamo un pò più di movimento, ci sono un pò di svincoli da prendere o evitare, ma il navigatore è precisissimo e puntuale, informandoci per tempo.

Il paesaggio della Repubblica Ceca.

Il paesaggio della Repubblica Ceca.

Dopo Linz, entrati nella Repubblica Ceca, passiamo da quel che resta di un vecchio confine, lasciando l’autostrada alle nostre spalle. Qui incontriamo un altro tipo di panorama, sempre freddo, ma più alberato, le strade però sono sempre libere da neve e dal traffico.

Giusto prima di attraversare il fiume, su quello che doveva essere il nostro percorso, scorgo molta neve, (forse era solo apparente) ma decido di proseguire, così prendo il ponte successivo 8 km dopo.

Il parcheggio a Český Krumlov.

Il parcheggio a Český Krumlov.

Alle ore 14,30, con il contachilometri che segna km. 26.723, arriviamo a Český Krumlov, ci sono molte indicazioni di parcheggi, ovviamente tutti a pagamento, ma noi ci fermiamo al primo (), è vuoto e c’è solo un camper italiano di Modena già parcheggiato, a vedere il secchio sotto, probabilmente ha passato lì la notte; alle spalle anche qui c’è un parcheggio dei pullman e questo non ci tranquillizza certo, ma … ci penseremo al ritorno dalla visita al paese.

L'insieme del paesino.

L'insieme del paesino.

Mangiamo un veloce panino, non c’è tempo per la pasta, qui il sole scenderà ancora prima del solito, così affrontiamo il primo nostro impatto con le corone ceche che avevamo portato da casa, paghiamo il parcheggio (a pagamento ovunque dalle 7 alle 19, dal lunedì al venerdì) e c’incamminiamo per la visita di questo antico borgo medioevale, molto particolare.

La piazzetta centrale con la colonna della peste.

La piazzetta centrale con la colonna della peste.

Fuori fa un freddo cane, anche se c’è ancora un timido e velato sole, per terra il ghiaccio aggredisce ogni segno d’acqua e questo non è bello per le condizioni stradali.

Le viuzze con una turista a caso che osserva

Le viuzze con una turista a caso che osserva.

Il paesino è a due passi, ci regala subito una bella visione, è un agglomerato di casine tutte decorate, ai piedi di quello che sembra essere una fortificazione che doveva proteggere quel luogo.

Il disegno di una casa.

La facciata di una casa decorata.

E’ davvero un paesino curioso, abbracciato dal fiume Moldava. E’ un misto, tra il calore dei colori delle case e il ghiaccio che viene trasportato dalle acque.

La Moldava con il ghiaccio.

La Moldava con il ghiaccio.

Entriamo nella fortezza, scopriamo che è chiusa al pubblico da ottobre ad aprile e che si possono visitare solo i 3 cortili interni; dal 1600 nel fossato vengono allevati e custoditi degli orsi bruni, apparentemente sembrano molto tristi, nonostante il mangiare e le cure che vengono loro riservate.

Uno dei due orsi.

Uno dei due orsi.

Il primo cortile interno.

Il primo cortile interno.

Da qui il panorama sul paese è stupendo, si vede benissimo la caratteristica ansa del fiume che lo avvolge e che ha fatto di questo luogo la sua bellezza.

Una veduta dall'alto della Moldava con il ghiaccio.

Una veduta dall'alto della Moldava con il ghiaccio.

La seconda parte dall'alto.

La seconda parte dall'alto.

La prima parte del paese.

La prima parte del paese.

La vista poi permette di osservare il parcheggio centrale, proprio sotto il castello, in questi giorni non certo affollato, ma chissà nella bella stagione, di sicuro anche questo come gli altri, è a pagamento, da questa visuale non capisco se potrebbero esserci impedimenti per la sosta in camper.

Il grande parcheggio centrale.

Il grande parcheggio centrale.

Ritornando verso il camper percorriamo strade diverse  (alla fine non sono poi così tante), così incontriamo un piccolo supermercato della Coop locale, nulla di speciale, ma è simpatico trovare qualcosa in comune con le nostre abitudini.

La coop ceca.

La coop ceca.

Davanti ad una bella e buona cioccolata calda ci consultiamo, tutto sommato è ancora presto per fermarsi, discutiamo un pò sulla perplessità di muoversi ora e trovare delle strade ghiacciate, ma questo inconveniente lo troveremmo anche domattina presto, pertanto, alla fine, decidiamo di riprendere il viaggio per l’ultimo pezzo verso … Praga.

Alle ore 17,30 rimettiamo in moto il camper, il freddo adesso è anche accompagnato da una brezza gelata che ti stacca le orecchie, notiamo poi che i pullman nella piazzola sopra di noi hanno anche acceso i motori, questo posto non dev’essere proprio molto tranquillo.

Il navigatore continua ad aiutarci e a parte il primo pezzo iniziale, poi ci troviamo su una super strada, facilitandomi così il mantenimento della velocità costante e senza strappi. Il rumore ahimè aumenta, i 177 km () che ci separano dalla meta finale li percorriamo con calma e ancora senza traffico, la serata è bellissima, non c’è traccia della neve, fa solo freddo ed il nostro glorioso motore Ford, anche se “antico”, ci sta riscaldando alla grande. E’ vero, la cellula dietro di noi è un ghiaccio, ma nella sfortuna di non avere i figli al seguito, la fortuna è che così non gelano.

L’ingresso a Praga è trionfale, la città sembra ci stia aspettando, il vialone Strakonickà è pressoché deserto e ben illuminato, abbiamo inserito l’indirizzo di via Troja dove, stando alle indicazioni di COL e di Lunamao, dovremmo trovare parecchi campeggi per camper.

Questa destinazione ci permette di iniziare ad assaporare un pizzico della città, è bello poterla attraversare in camper, il traffico pare essere ordinato e le strade sono in buonissime condizioni, il fiume Moldava poi sembra controllare in silenzio tutta la città.

Dopo qualche attraversamento di ponti, alle ore 22 arriviamo a destinazione con Km. 26.905 … (curioso, siamo partiti a 25.906!), sulla strada incontriamo un camper con 3 ragazzi di Bologna, assieme ci dirigiamo subito al campeggio Dana Troja, me lo aveva raccomandato Lunamao e puntualmente lo troviamo completo.

L'interno del campeggio.

L'interno del campeggio.

Senza disarmarmi, li conduco a quello precedente. Sulla stessa via in effetti ce ne sono parecchi, ma è solo al 3° tentativo che troviamo posto. Dapprima questo campeggio l’avevamo scartato poiché era l’unico ad essere completamente deserto, mentre gli altri erano tutti pieni. Solo un altro aveva posto, proprio il primo della via (), era meglio attrezzato con gli autobloccanti e i lampioncini di fianco ai posti, ma era anche molto più caro.

Il nostro posto.

Il nostro posto.

Così decidiamo di fermarci presso il Camp Herzog, siamo i primi 2 camper che si sfidano il cortiletto deserto. Per cercare posto sono sceso in strada con solo il pile, ma saltando da una reception all’altra, sempre a piedi e di corsa, mi stavo congelando, il freddo qui è davvero secco e pungente.

Ci accoglie la proprietaria, una simpatica signora che si destreggia bene anche in inglese, ci accompagna al buio nelle operazioni di parcheggio, lei ha in mente una sua configurazione, ci dice che ci sono molte “riservation”, noi le crediamo e l’assecondiamo, il prezzo giornaliero concordato per noi due con il camper e la corrente è di Kc. 506 (il cambio è di Kc. 25,65 = € 1, quindi alla fine sono € 19,72 al giorno), con bagni e docce calde a volontà, incluse nel prezzo, carico e scarico compresi. Per l’uso esterno dell’acqua bisogna solo chiedere a lei : la notte precedente erano arrivati a -15° e quindi deve chiudere tutte le forniture idriche esterne.

Per oggi e in particolar modo per questa notte le avventure possono bastare, già poter fare tacere quel rumore è un gran risultato, siamo finalmente riusciti ad arrivare alla nostra meta e per qualche giorno non ci muoveremo certo da qui con il camper.

Ho ancora la curiosità di capire come ne verremo fuori da queste temperature, ma questo è il bello, le prove delle uscite precedenti sono ben servite, le scorte di acqua e gas ci sono, il sale è negli scarichi, accendo la stufa, ci prepariamo una bella zuppa calda e poi si va a dormire per un giusto e caldo riposo.

30/12/2008

Sveglia alle ore 8, abbiamo dormito alla grande, la stufa al minimo, ma nessun problema di freddo, il boiler ci da il giusto conforto, una calda colazione aggiunge il resto.

Appena sceso dal camper pensavo peggio, proviamo anche a scaricare le grigie, giusto per precauzione, ma ormai è tardi, questa notte siamo scesi solo a -5°, ma è stato sufficiente per fare il tappo nei due scarichi, riesco però a caricare l’acqua chiara e poi vedremo.

Come mi ero ripromesso, ho versato molto sale negli scarichi, sia in cucina che in bagno, ma evidentemente non è servito fino allo scarico finale, giusto nel foro d’uscita, forse per queste temperature sono meglio le resistenze sugli scarichi, tanto più che, se come questa volta, abbiamo la corrente a disposizione, oppure bisogna mettere il secchio sotto, ma … è una menata dover uscire la sera, dopo cena, prima di andare a dormire, per scaricare l’acqua del secchio.

Il biglietto del tram giornaliero.

Il biglietto del tram giornaliero.

Acquistiamo gli abbonamenti giornalieri per i mezzi pubblici, esiste un abbonamento per 3 giorni a Kc. 330, ma è assurdo, quello per un giorno solo costa Kc. 100 (€ 3,89), così ne prendiamo 6 per i 3 giorni e risparmiamo.

Uno scorcio della torre astronomica.

Uno scorcio della torre astronomica.

Il nostro primo pellegrinaggio cittadino inizia alle ore 10,30, proprio in fondo alla via del campeggio, c’è la linea del tram 14 che ci porterà in pochi minuti in centro città, la proprietaria del campeggio ci ha dato il nome della fermata, (Vàclavské Namêstì) in pratica è in piazza Venceslao.

L'antica torre astrologica.

L'antica torre astrologica.

Incontriamo subito quel che resta dei mercatini di Natale, bellissimi nelle loro esposizioni di articoli locali e loro prelibatezze gastronomiche, dolci e salate.

Il Trdlo.

Il dolce Trdlo.

La lavorazione e cottura del Trdlo.

La lavorazione e cottura del Trdlo.

Iniziamo subito con il Trdlo, un dolce fatto di pane dolce,  pasta di mandorle, vaniglia e zucchero, preparato e cotto sul momento, lo vendono caldissimo, è proprio delizioso (Zc. 50 = € 1,96), in giro ci sono anche i panini con le salsicce, ma aspettiamo un pò più in là, altrimenti qui ci si rovina subito.

La piazza con la cattedrale di Tin.

La piazza con la cattedrale di Tyn.

Ci sono moltissimi turisti, di ogni nazionalità, anche se gli italiani la fanno sempre da padroni, non è difficile sentire parlare in italiano, o meglio ancora, in dialetto, tra la folla che ti scalda e ti porta inevitabilmente in centro.

La chiesa di San Giorgio.

La chiesa di San Giorgio.

L’ingresso sulla grande piazza della città vecchia (Staré Město) è immediato, la torre dell’antico orologio astronomico colpisce subito la visuale, la folla è ovunque, non solo davanti all’orologio, per attendere lo scoccare dell’ora, momento in cui si muovono le figure esterne, secondo un preciso ed antico rito, mentre la morte suona la campanella.

Il palazzo accanto.

Il palazzo accanto.

Anche qui ci sono le bancarelle, con assieme l’inevitabile massa di persone e di merci, un pungente profumo di salsicce ci avvolge, ma decidiamo di proseguire la visita.

Un fabbro che mostra la sua arte.

Un fabbro che mostra la sua arte.

La piazza è davvero grande ed i palazzi attorno riescono a catturare ugualmente l’attenzione del turista, come la chiesa di San Giacomo dietro la torre, la Cattedrale di Tyn sul lato opposto, i palazzi dipinti che fanno da contorno al movimento, tutto davvero suggestivo.

L'interno della cattedrale di Tyn.

L'interno della cattedrale di Tyn.

Nelle bancarelle, come avevo già detto, c’è di tutto, ma non mi sarei mai aspettato di trovare una fucina di un fabbro perfettamente funzionante, che forgia monili per i turisti curiosi ed affascinati.

Un palazzo dipinto.

Un palazzo dipinto.

La curiosità di questa cattedrale gotica è che non è accessibile direttamente dalla piazza, ma si deve entrare nel portico di un edificio che la copre, per poter accedere ad un piccolo cortile e finalmente nella chiesa, non si capisce del perché una chiesa così bella doveva essere “nascosta”.

La cattedrale nascosta di Tyn.

La cattedrale nascosta di Tyn.

Quello che colpisce è che le due torri della Cattedrale non sono simmetriche, fu deciso così per rappresentare entrambi i lati, quello maschile e quello femminile, del mondo, come caratteristico dell’architettura gotica.

Finalmente s’è fatta l’ora del pranzo, le tentazioni non mancano perciò via con i panini …

Il panino con la salsiccia.

Il panino con la salsiccia.

… in questa splendida città, vogliamo lasciar perdere proprio il famosissimo prosciutto di Praga?

Il prosciutto.

Il prosciutto.

Ma camminare si sa, fa consumare energie, e allora vogliamo perderci la Langoše? Per nulla al mondo!

La bancarella che vende ...

La bancarella che vende ...

Questa vista mi ha catapultato alla mia infanzia, mia madre ci preparava ogni tanto la pizza fritta, con il pomodoro e la mozzarella, certo qui usano il ketchup e mozzarella tritata fine e fredda, ma il gusto è ancora molto vicino a quello che dovrebbe essere, è ustionante, ma la mia ingordigia non permette agli ingredienti di scaldarsi. 🙂

... pizza fritta!

Langoše la ... pizza fritta!

Dopo la veloce sosta per il frugale pranzo, proseguiamo la visita della città, fa sempre un freddo cane, anche se c’è il sole, basta togliersi un guanto per fotografare, che si congela la mano.

Altri palazzi caratteristici.

Altri palazzi caratteristici.

In giro troviamo moltissime pizzerie e trattorie, segno inconfutabile che l’italiano è entrato perfettamente nei loro costumi, logicamente non ci sogniamo minimamente di avvicinarci alla cucina italiana, quando mangeremo fuori dal camper, sarà solo cibo ceco, mi sembra logico, non mi sono giocato la 5° marcia per mangiare le tagliatelle alla bolognese.

Questo palazzo è un sogno.

Questo palazzo è un sogno.

Praga ha anche un quartiere ebraico, quello che nella seconda guerra era un ghetto e che per volontà nazista, doveva diventare un “monumento alla razza estinta“, ora si chiama “Josefov“, dal nome del rabbino di allora.

L'ingresso al getto.

L'ingresso al getto.

Sappiamo che la sua visita completa potrebbe portar via una giornata intera, pertanto ci limitiamo a girargli attorno, ma è impossibile non scorgere il cimitero surreale ebraico, dove vi sono fino a 9 strati di sepolture, tanto da sporgere dalle mura di cinta.

Il cimitero ebraico.

Il cimitero ebraico.

Nel quartiere ebraico c’è anche una sinagoga con due orologi, il primo in alto normale e l’altro ha segnato le ore in ebraico e, siccome l’ebraico si legge da destra a sinistra, anche l’orologio gira al rovescio.

l'interno di una sinagoga museo.

L'interno di una sinagoga museo.

Proseguiamo nella camminata, il sole timido inizia a calare e si sente, però siamo ancora coinvolti e catturati da ciò che la città può mostrarti.

Il quartiere ebraico, con l'orologio inverso.

Il quartiere ebraico, con l'orologio inverso.

Arriviamo in Piazza Jan Palach, per me è impossibile non ricordare quel giorno 16/1/1969, ero a scuola e mi ricordo di quanto mi abbia molto colpito il suo gesto estremo, darsi fuoco in Piazza Venceslao per protestare contro l’invasione russa, immolare la propria vita per un ideale così forte come la libertà.

La lapide in suo onore.

La lapide in suo onore.

Da allora gli hanno dedicato questa piazza, in passato questa è già stata rinominata più volte, a seconda delle vicissitudini del momento, ora c’è solo una lapide a fianco dell’università di filosofia in cui lui era iscritto.

Piazza Jan Palach.

Piazza Jan Palach.

Proseguendo sempre costeggiando il fiume Moldava, arriviamo al famosissimo Ponte Carlo, la folla di persone, soprattutto davanti a questi importanti monumenti storici è sempre molta, è difficile poter fare delle foto decenti, tra le persone e il freddo che non ti da il tempo necessario per aspettare, in più sul ponte ci sono anche delle antiestetiche protezioni per dei lavori di ristrutturazione che dureranno ancora per altri mesi, che impediscono il movimento.

Il ponte Carlo in ristrutturazione.

Il ponte Carlo in ristrutturazione.

La torre d'ingresso al ponte.

La torre d'ingresso al ponte.

In mezzo al ponte c’è l’altrettanto famosa statua di San Giovanni Nepomuceno, martirizzato per aver mantenuto il silenzio della confessione, si dice che chi tocca il suo basso rilievo alla base della statua, vedrà esaudito un suo desiderio inespresso: c’era la fila per le due toccatine!

La toccatina per il desiderio.

La toccatina per il desiderio ...

Così come il basso rilievo a fianco, dove mostra un cane fedele, chi lo tocca avrà fedeltà, quindi, dopo aver fatto la prima fila, perché non toccare anche questa? 🙂

 ... e quella per la fedeltà.

... e quella per la fedeltà.

Su questo ponte “magico“, passando il fiume, si entra nel quartiere di Malà Strana (Piccola città), anche questo quartiere è molto caratteristico, appena passato il ponte, c’è un tratto di fiume che sembra imitare Venezia, il canale Čertovka, si dice che di notte qui vaghino dei fantasmi, ma qui, con la birra che si beve, ce ne sono così di leggende.

La torre verso Malà Strana.

La torre verso Malà Strana.

Pare che le ultime statistiche annuali, diano il consumo della birra pro capite, bambini compresi, a 500 lt. all’anno, una quantità incredibile anche solo a pensarla!

Piazza Malà Strana.

Piazza Malà Strana.

Il buio ormai serpeggia tra le viuzze della collinetta, così ci concediamo una buona cioccolata calda per riposare e riscaldarci un pò; qui scopro un dépliant che pubblicizza un “Grande Tour della città”, il costo è di Kc 1.200 (€ 46,78), compresa la guida in italiano, il pasto, il battello, per 6 ore, per questo ci attardiamo un pò nel pensarci e nel convincerci.

Il castello nella notte.

Il castello nella notte.

Ritorniamo sui nostri passi, le luci serali riescono anche loro ad affascinarci ancora, nonostante il gran camminare che abbiamo fatto.Visitiamo come di consueto anche un piccolo super mercato locale, in piazza Venceslao, curiosiamo come sempre tra le abitudini e i prodotti locali e non, tra le altre curiosità ci stupisce un pompelmo gigante, mai visto in Italia di quelle dimensioni, così, assieme al latte e biscotti locali, ne prendiamo uno (anche se è cinese! 😮 ), giusto per curiosità e c’incamminiamo stancamente verso il camper.

Il pompelmo gigantre.

Il pompelmo gigantre.

In questa piazza stanno preparandosi per il concerto gratuito di domani sera sotto la statua, la maggior parte delle transenne sono già posizionate, così come il palco e lo schermo gigante, nella città, ma qui in particolar modo, c’è molta polizia e questo, da un lato ci preoccupa, dall’altro ci conforta.

Piazza Venceslao verso il museo nazionale.

Piazza Venceslao verso il museo nazionale.

Piazza Venceslao è una strana piazza lunga e rettangolare, con il centro pedonale che può accogliere molte persone, attorno ci sono più che altro alberghi di lusso e locali serali.

Piazza Venceslao verso il centro città.

Piazza Venceslao verso il centro città.

Riprendiamo il nostro bellissimo tram 14 e ritorniamo al campeggio, anche il tragitto sul mezzo pubblico ha il suo fascino, una veloce sosta al centro commerciale “Palladium” sulla strada del ritorno, alla ricerca di un improbabile regalo da portare a casa e siamo sul camper.

La stufa accesa al minimo ha fatto il suo bel lavoro, ci sono +11°, fuori saremo certo qualche grado sotto zero, ma dentro, alzata la temperatura, si sta benissimo, scopro solo che la cabina spiffera un sacco d’aria fredda, la copertura multistrato di per sé tiene benissimo, ci vorrà solo del velcro per tenerla meglio chiusa sulla spalliera della dinette.

Ci prepariamo un’altra bella minestra calda, mentre giustiziamo il pompelmo gigante, quando lo mangiamo ci lascia un pò male, è molto asciutto, ovviamente ha degli spicchi giganti, ma senza sugo, il gusto non è male, ma … da un pompelmo grande, non doveva esserci anche un grande succo?

Decidiamo per l’indomani di tentare il tour della città, sul dépliant non c’è nessun indirizzo, se non l’indicazione che “per 365 giorni all’anno, alle ore 10, in piazza Venceslao, sotto la statua del santo, ci sarà la guida in italiano con un ombrellino giallo“, noi incalliti sospettosi italiani, dopo aver pensato tutte le possibilità negative, vogliamo dare fiducia a questa iniziativa.

31/12/2008

Ci svegliamo alle 8, avevo lasciato il boiler acceso, così ci laviamo sul camper, una veloce calda colazione e via per il giro della città, anche oggi c’è il sole, ma poi scopriremo che di notte ha fatto un bel -10°, cosa da non accorgersi all’interno.

La periferia di Praga.

La periferia di Praga.

Arriviamo in piazza Venceslao in leggero anticipo, sotto la statua del santo patrono di Praga ci sono molti italiani e qualche persona con gli ombrellini gialli che ci sta aspettando, ci spiegano che il giorno prima erano 85 persone, in un solo gruppo,  così, pur non sapendo nulla per oggi, faranno due gruppi.

Alina la nostra guida.

Alina la nostra guida.

Noi scegliamo di stare con la guida più simpatica, si chiama Alina, è una ragazza ceca, ma parla benissimo, non solo l’italiano, anche l’inglese e il tedesco, nel parlare con lei scopriamo anche che ha un figlio di 10 anni, raccontandoci così il punto di vista della città da parte figlio.

Il Grand Hotel in piazza Venceslao.

Il Grand Hotel in piazza Venceslao.

Partiamo subito alla scoperta della piazza Venceslao, raccontandoci altre leggende cittadine anche su questo personaggio, ripercorriamo parte di ciò che avevamo visto ieri, ma questa volta con più significato, cogliendo qualcosa che inevitabilmente c’era sfuggito e seguendo i suoi avvincenti racconti.

Un antico palazzo in piazza Venceslao.

Un antico palazzo in piazza Venceslao.

Percorriamo tutta la lussuosa via Parizska fino ad arrivare al molo del battello che, oltre a raccogliere la quota di partecipazione, ha lo scopo di offrirci una bevanda (calda o fredda) inclusa e di farci vedere la città dal fiume, fino ad arrivare alla cascatella e ritornare allo stesso punto.

Le torri della cattedrale Tin, non sono uguali.

Le torri diverse della cattedrale Tin.

In questa occasione scopro con l’occhio del camperista, che sull’argine ci sono dei parcheggi, sulla strada che passa sotto i ponti è per i pullman, altrimenti sulle banchine ci potrebbe essere anche molto spazio a disposizione, tutto sta a vedere che cosa potrebbero dire i cartelli di parcheggio che vedo, ma non riesco a leggerne i cartelli sottostanti, e le persone che già parcheggiano le auto in quei posti, certo è che in inverno sarebbe sconsigliabile stare lì.

La via Paritzka.

La via Paritzka.

Finito il giretto di un’ora circa, riprendiamo il cammino, giriamo attorno al ghetto ebraico, ci spiega che la visita completa durerebbe un’intera giornata, ma riesce a darci moltissime informazioni, così come per la visita al campo di concentramento di Terezin (circa € 60 per 5 ore), in periferia di Praga a 60 km dalla città.

La casa di Franz Kafka.

La casa di Franz Kafka.

La guida ci mostra anche la casa natale di Franz Kafka, la cui lapide compare all’angolo della casa, vicino al nome della via a lui dedicata, definendo il grande scrittore come uno scrittore di Praga, ma non ceco, poiché scrisse sempre in tedesco.

Il ponte Carlo dal fiume.

Il ponte Carlo dal fiume.

L'interno del battello.

L'interno del battello.

Ancora la città dal battello.

Ancora la città dal battello.

A questo punto ci porta a pranzo, nel pieno centro storico, presso il ristorante Vysmaty ZajicIl coniglio sorridente“, tipico ristorante della Repubblica Ceca, ovviamente ci aspettavano e ci fanno accomodare nelle lunghe tavolate.

Il ristorante.

Il ristorante.

L'interno del ristorante.

L'interno del ristorante.

Per primo un brodino di verdura (!!!), secondo io ho preso il maiale arrosto con crauti e un pane farcito loro, Marta ha preso il gulasch sempre con queste fette di loro pane farcito, è compreso anche un bicchiere di vino o birra o acqua e ovviamente noi scegliamo la birra rigorosamente ceca e chiara.

L'arrosto di maiale, con crauti e pane locale.

L'arrosto di maiale, con crauti e pane locale.

Durante il pranzo chiedo informazioni per la birreria Ufleku che mi aveva consigliato un mio collega, è nel pressi del teatro nazionale ed è una birreria quasi turistica, dove si serve espressamente la birra scura, ci consiglia un paio di birrerie, vedremo se riusciremo a visitarle.

Prima di riprendere il giro s’è verificato uno spiacevole imprevisto, 4 ragazzi maschi di Roma hanno ordinato una bottiglia intera di vino rosso, avrebbero dovuto pagarla ed invece se la sono battuta, che miseri!

A sx i santi dela città, a dx la principessa.

A sx i santi dela città, a dx la principessa.

Il costo della bottiglia è di Zc 250 (€ 9,74), filarsela per meno di 10 euro e far fare la figura dei pezzenti a tutti gli italiani, non è certo gradevole, così facciamo una veloce colletta, racimoliamo una manciata di monete, euro e corone, e poi proseguiamo, intanto di quei 4 non c’è più traccia.

Il cartello che indica gli orari di aperture del vicolo.

Il cartello che indica gli orari di aperture del vicolo.

Poco lontano dal ristorante c’è un piccolo vicolo di passaggio, serve per unire due vie parallele, però è ben indicato che il passaggio viene chiuso nelle ore notturne per evitare che possa diventare pericoloso.

Il lampione a gas.

Il lampione a gas.

La guida ci ha spiegato che negli ultimi anni, per rendere più turistica la città, l’amministrazione ha riportato i lampione della città a gas, una notizia davvero strada al giorno d’oggi.

Il cambio della guardia.

Il cambio della guardia.

Ritorniamo al ponte Carlo e al quartiere di Malà Strana, prendiamo il tram 22 e ci dirigiamo al castello di Praga, residenza del presidente della Repubblica Ceca, assistiamo al cambio della guardia e anche se siamo in una porta secondaria ed è una cerimonia ormai nota ovunque, lascia sempre il suo fascino.

L'ingresso al castello presidenziale.

L'ingresso al castello presidenziale.

All’interno visitiamo la cattedrale di San Vito, una particolare costruzione gotica, una delle più grandi d’Europa, ci sono voluti ben 600 anni per arrivare a vederla così, lo si nota anche dal diverso colore scuro della prima parte, rispetto all’ultima.

La facciata della cattedrale di S. Vito.

La facciata della cattedrale di S. Vito.

La chiesa è immensa, piena di guide con i loro turisti al seguito, per fortuna c’è un giro da seguire, così la nostra guida può spiegarci per bene le cose principali.

L'interno della cattedrale.

L'interno della cattedrale.

Anche in questa chiesa ci sono tanti riferimenti a San Venceslao, patrono della città, qui c’è anche la sua tomba con le statue attorno, tutto in argento puro e che ricordano il suo martirio.

La vetrata con la storia di San Venceslao.

La vetrata con la storia di San Venceslao.

Purtroppo all’interno non sono riuscito a fare delle belle fotografie, c’era troppo movimento senza flash e con il flash avrebbe reso ancora meno.

La parte destra vecchia escura della cattedrale.

La parte destra vecchia escura della cattedrale.

All’uscita ormai è buio, visitiamo il vicolo della porta d’oro, dove c’è la una fila di casine piccole, tra cui la più piccola casa di Praga e la casa azzurra dove Franz Kafka scrisse le sue lettere.

La via della Porta d'Oro.

La via della Porta d'Oro.

A questo punto la visita guidata finisce, ci si saluta tutti e noi due ci concediamo la nostra ormai classica cioccolata calda, di freddo ne abbiamo già preso abbastanza; è stato bello poter ritrovare poi anche Alina, la guida, così da poter scambiare altre due parole, sarebbero molte le cose che vorremmo chiederle, ma comprendiamo la fatica e la stanchezza che lei avrà addosso e così, dopo qualche inevitabile accenno ai figli, ci muoviamo ritornando in città.

Il canale

Il canale

Per strada, vicino al canale Čertovka, scopriamo nel buio un museo del caffè, è chiuso, ma ha di particolare una fontana al centro di un cortiletto, raffigura due uomini che riempiono la pozza, muovendo il bacino e facendo pipì, purtroppo la poca luce non permette di immortalarli con soddisfazione, ma qualcosa c’è.

Una veduta notturna del canale.

Una veduta notturna del canale.

Commentando la soddisfazione di quel tour cittadino, cercando di ricordare i passi salienti, ci dirigiamo verso la birreria Ufleku, fatichiamo non poco a trovarla, ma solo perché dalla stanchezza, sbagliamo i punti di riferimento sulla cartina.

Una veduta notturna di Praga.

Una veduta notturna di Praga.

Altra veduta notturna di Praga.

Altra veduta notturna di Praga.

Raggiunta la birreria scopriamo che questa sera sarà ben difficile poter entrare in qualsiasi locale, è stato tutto prenotato per il capodanno, girovaghiamo inutilmente alla ricerca di qualche posto non convenzionale, ma ben presto (si fa per dire, sono già le ore 20!) desistiamo, siamo troppo stanchi per continuare e decidiamo di passare l’ultimo sul camper.

Piazza Venceslao pronta per capodanno.

Piazza Venceslao pronta per capodanno.

Non solo in piazza Venceslao, ma ovunque ci sono fiumi di persone che si preparano in fila ad entrare nei locali o girano per le piazze principali, noi però siamo proprio cotti, stiamo camminando in continuazione dalle 9 di questa mattina, non è tanto per il freddo in se, siamo ben coperti, ma è la stanchezza fisica che fa la differenza, abbiamo raggiunto il livello di saturazione e proseguire vanificherebbe lo sforzo.

Il biglietto del Gran Tour della città.

Il biglietto del Gran Tour della città.

Avremmo voluto passarlo sul ponte Carlo, con la bottiglia di spumante e il panettone che religiosamente ci siamo portati da casa, ma … faremo il brindisi sul camper, in fin dei conti ha anche lui ben diritto di essere festeggiato e di festeggiare l’arrivo del nuovo anno con noi.

Non ci prepariamo altro che un bel the caldo, ci mangiamo stancamente il panettone, qualche commento ancora sulla giornata, su questa fredda vacanza e poi arrivano le 24; in campeggio adesso ci sono anche altri camper, molti sono italiani di Brescia, lasciamo che il loro conto alla rovescia ci guidi allo scoccare della mezzanotte e … Buon 2009!!!

1/1/2009

Questa mattina non abbiamo fretta, prima della colazione ci concediamo una lussuosa doccia calda ai servizi,  i locali sono riscaldati da dei termosifoni elettrici che la proprietaria lascia acesi anche la notte, altrimenti gela tutto, quando sono andato a scaricare la cassetta delle nere per il ritorno di domattina, ho solo prima dato una maggiore accensione al termostato.

Il gelo di capodanno sul fiume.

Il gelo di capodanno sul fiume.

Il ponte Carlo a capodanno.

Il ponte Carlo a capodanno.

Dopo una bella colazione che ormai ci vizia ogni mattina, riprendiamo la via del centro, tra le ultime cose, abbiamo deciso di dare uno sguardo a quella che chiamano la torre Eiffel di Praga o meglio la Torre panoramica di Petrin, con 2 tram ci mettiamo pochissimo, purtroppo la giornata è nebbiosa, a tratti pare scendere anche qualcosa che potrebbe assomigliare alla neve , ma per fortuna smette subito.

La funicolare per la torre panoramica.

La funicolare per la torre panoramica.

La torre panoramica.

La torre panoramica.

La torre pare essere proprio una miniatura dell’originale, però decidiamo di non salire, è inutile, c’è foschia e lassù non si vede nulla ore i 10 cm., allora ci dedichiamo al padiglione del labirinto di specchi, è una costruzione del 1891 in legno, completamente rimontata sul posto.

Il padiglione del labirinto.

Il padiglione del labirinto.

Abbiamo scoperto anche che la funicolare è compresa nell’uso del biglietto giornaliero, però la strada è corta e in discesa si può ammirare un bel panorama, sempre che la foschia non limiti come oggi.

Nel labirinto degli specchi.

Nel labirinto degli specchi.

L’interno del labirinto è molto piccolo, però è sempre simpatico passarci attraverso, come l’inevitabile percorso davanti agli specchi che deformano, sembriamo 2 bambini! 🙂

Uno dei tanti effetti di distorsione degli specchi.

Uno dei tanti effetti di distorsione degli specchi.

L’interno mostra anche un diorama della battaglia con gli svedesi, sul ponte Carlo e chi l’avrebbe mai detto che gli svedesi fossero arrivati fin qui a combattere {cit.: “l’invasione dell’esercito di Passau nel 1611 e delle truppe svedesi alla fine della guerra dei Trent’anni, che spararono con i cannoni contro una torre del ponte e ne hanno distrutto completamente le decorazioni dal lato occidentale“}.

Oggi qui non c’è tanta gente e questo ci permette di divertirci un pò con quelle immagini distorte, manco fosse la prima volta!

La foschia sulla città.

La foschia sulla città.

Scendiamo a piedi seguendo i sentieri del parco sulla collina, ogni tanto si notano i resti dei festeggiamenti della notte, ma appena si torna in città, pare sia un giorno qualsiasi, non c’è più traccia di nulla.

Il locale al piano rialzato.

Il locale al piano rialzato.

Quest’oggi a pranzo abbiamo voluto concederci una visita in un luogo di ristoro caratteristico, abbiamo cercato qualche birreria consigliata, ma … ahimè, oggi è il primo dell’anno e sono tutte chiuse; però non ci siamo fatti prendere dallo sconforto ed abbiamo trovato un antico locale, birreria da un lato e ristorante dall’altro, proprio sotto la torre delle polveri, è ovviamente un luogo molto turistico, ma oggi non si può trovare altro aperto.

Il pian terreno per fumatori.

Il pian terreno per fumatori.

E’ un bel locale ancora arredato anticamente, con le pareti in legno, ordiniamo dei piatti locali e della birra, siamo infreddoliti più degli altri giorni e ci dedichiamo un pò più di relax, i piatti sono gustosi e di giusta misura.

Il gulasch con il pane locale.

Il gulasch con il pane locale.

Abbiamo chiesto un posto per non fumatori, dal 2008 nella Repubblica Ceca è vietato fumare nei locali chiusi, ma … si sa, i divieti stentano sempre a partire, però gentilmente ci fanno accomodare nel piano rialzato, è un’elegante balconata sul locale stesso.

Il nostro tavolino e le birre.

Il nostro tavolino e le birre locali.

Nonostante questo sia un bar, riescono a servire dei piatti tipici locali, senza dove andare per forza nell’adiacente ristorante.

Il locale dall'esterno.

Il locale dall'esterno.

Ci concediamo un’ultima visita per le vie della città, sono tante le cose che non riusciremmo a vedere e sappiamo bene che sarà impossibile poterle visitare tutte, ma … Praga è davvero una bella città.

Il tram Porsche nuovo.

Il tram Porsche nuovo.

La piazzetta antistante al locale è un passaggio obbligato di molte linee di tram, perciò prendiamo il 9 per andare a visitare le case ballanti. Per strada scorgo un parcheggio sotto un ponte dove sono fermi dei camper, è troppo lontano per andare a curiosare meglio, ma una testimonianza non poteva mancare.

Il parcheggio libero dei camper in città.

Il parcheggio libero dei camper in città.

Una volta davanti alle case che ballano rimaniamo un pò delusi, a me non hanno dato la sensazione di vedere la famosa coppia di ballerini romantici “Ginger e Fred“, così come avrebbero voluto le guide, ma non importa, sono ugualmente due palazzi importanti e particolari, poi adesso sta iniziando anche a nevicare o forse è il solito ghiaccio, noi intanto iniziamo il rientro.

Le case ballanti.

Le case ballanti.

Marta ha voluto provare a fotografare la neve secca che veniva spostata dalle automobili in corsa, un’impresa quasi impossibile per il freddo sulle mani nude e la poca luce.

La neve sulla strada.

La neve sulla strada.

Girovaghiamo ancora un pò per questa stupenda città, che pare faccia di tutto per non lasciarci andare.

I fuochi artificiali.

I fuochi artificiali 1°.

I fuochi artificiali 2°.

I fuochi artificiali 2°.

Senza volerlo ci troviamo alle 18 in piazza della torre astronomica, sentiamo un fragore, ci sono i fuochi artificiali e sono proprio sulla collina Letná, una spianata in fondo alla via Parizsk, dove un tempo c’era un’enorme statua altissima di Stalin, poi abbattuta ed ora sostituita con un gigantesco metronomo.

Il metronomo.

Il metronomo.

In piazza Venceslao rimangono solo le transenne a dimostrare il casino del capodanno, ma le strade sono incredibilmente pulite; compriamo alcune bottiglie di birra locale per ricordo, purtroppo le devo portare a mano e non possiamo prenderne molte.

La vetrina con l'assenzio.

La vetrina con l'assenzio "aromatizzato".

Lungo la piazza curiosiamo anche in una vetrina dove viene esposto l’assenzio in varie forme, anche con cannabis, cosa da loro regolarissima e legale, mentre in Italia è vietatissimo, per non parlare della Cannabis e di qualsiasi suo derivato.

Il gadget di cristallo di fronte.

Il gadget di cristallo di fronte ...

Prima di rientrare però veniamo colpiti da un gadget turistico, un pò kitch, ma nel suo genere unico, c’è un negozio vicino al ponte Carlo, che trasforma una fotografia in un soprammobile di cristallo, con inciso all’interno con il laser la foto tridimensionale, come quelle che si vedono dei monumenti, solo che è personalizzata, per noi è un bel ricordo di questo capodanno e per Kc. 1.190 (€ 46,36) è nostro in un’ora di preparazione.

... di fianco.

... e di fianco.

Rientriamo in camper per una frugale cena, abbiamo pasticciato ancora con Trdlo, pizza fritta ed altro, quindi qualcosa veloce di caldo e via a nanna.

2/1/2009

Sveglia alle ore 7, so che sarà una giornata campale e non riesco proprio a starmene a dormire, giusto una bella colazione calda, il tempo di ritirare la prolunga elettrica (il cavo con la spina schuco ibrida si è rivelato ancora provvidenziale, per non parlare della scatoletta con la spia luminosa! 🙂 )

La colazione.

La colazione.

E’ un paio di giorni che a fianco a noi, oltre ad altri camper bresciani, un camper francese ed uno tedesco, c’è anche una piccola tendina igloo, per nulla del tipo alpinistico, con dentro un paio di ragazzi maschi inglesi, vederli dormire in quelle condizioni, con la temperatura che c’è qui di notte (anche questa notte siamo scesi a -10), fa davvero rabbrividire.

La tendina all'addiaccio.

La tendina all'addiaccio.

Ormai i preparativi sono ultimati, giusto il tempo per scaldare un pò il motore e la cabina, così da sbrinare il parabrezza e alle ore 8,35 si parte con destinazione Trezzo sull’Adda, passando vicino a Monaco di Baviera.

Il nostro campeggio con gli altri in successione.

Il nostro campeggio con gli altri in successione.

La signorina (bellissima!) del navigatore ci fa percorrere qualche via ancora assonnata di Praga, ma il traffico è pressoché inesistente, abbiamo ancora delle monete e delle banconote ceche, così quasi al confine con la Germania faccio il pieno e pago con quelle, aggiungendo il resto.

Il paesaggio attorno.

Il paesaggio attorno.

Il paesaggio è davvero surreale, la neve e il ghiaccio sono ovunque nei campi e sugli alberi attorno a quella che potrebbe essere un’autostrada, il “rumore” del cambio è sempre più presente, adesso s’è presentato anche nelle marce basse, prima compresa, guido afferrando il volante come fosse una corda da tirare per arrivare prima a casa, per fortuna riesco a rilassarmi ogni tanto guardando il panorama innaturale.

La strada verso Monaco.

La strada verso Monaco.

Passato il confine troviamo della neve paciugata sulla strada, nulla di grave, tanto la nostra velocità è quasi sempre costante sui 100 km/h o poco meno, oltre che per prudenza, in questo modo sento che il cambio sforza meno.

I tergicristalli ghiacciati.

I tergicristalli ghiacciati.

Man mano che ci avviciniamo a Monaco, la neve sparisce, ma il freddo è ancora molto intenso, noi grondiamo ghiaccio ovunque ed anche i tergicristalli rimangono spesso bloccati dal ghiaccio.

Alle ore 13, più o meno, arriviamo nei pressi di Monaco di Baviera, non solo non esco dall’autostrada, inutile sfidare oltremodo la fortuna, ma decido di non fermarmi neanche per mangiare, Marta mi prepara qualcosa al volo, aiutandomi con un piattino e del pane.

Temo che se ci dovessimo fermare, oltre a perdere tempo, forse potremmo anche non ripartire più, infatti, appena la strada accenna lievemente ad una salita, sento il cambio ululare, neanche il tempo di capirne la gravità, che iniziano a sentirsi dei colpi, come se ci fosse un maglio che percuote tutto il camper, facendo vibrare la leva del cambi come non mai.

Immediatamente scalo in 4° e rimane così il solito rumore di prima, ma la velocità deve per forza ridursi; sono le ore 13,42, al Km 27.273, la 5° marcia ci lascia come previsto dal meccanico di Salisburgo, al navigatore mancano km. 484 a casa. 😦

Inutile dire che per qualche tempo non abbiamo fiatato, è la prima volta che ci capita una cosa del genere, personalmente non ho mai avuto problemi con nessun cambio, in nessuna auto, ma si sa, i pesi e le dimensioni sono molto differenti da un camper.

Più la strada scorre sotto di noi, sembra che anche la nostra tensione si rilasci, come avevamo detto nell’andata, in fondo dietro di noi, abbiamo tutto ciò che ci potrebbe servire, la nostra piccola casa, se mai si dovesse fermare, è meglio che stare chiusi in un’automobile.

Il traffico è un pò più sostenuto, probabilmente ci sono molti rientri dal capodanno, questo ogni tanto ci da fastidio alla nostra percorrenza, dovendo per forza scalare o addirittura fermarci per ripartire in 1°, la ferraglia nella scatola del cambio si fa sentire.

Non nevica, ma per terra è bagnato, pertanto nulla da perdere per la velocità ridotta, ma forse si poteva sperare in qualcosa di più che i 60-70 Km/h in cui siamo relegati.

Valichiamo il Brennero senza altri problemi, nella galleria c’è appena stato un grave incidente tra auto, una si è anche cappottata, per fortuna ci sono già altre persone al cellulare per prestare i dovuti soccorsi, noi rallentiamo solo quel tanto per passare quel punto e proseguiamo, lemme lemme e rumorosi come non mai.

Visto che ormai siamo in Italia, sentiamo i notiziari sulla rete d’informazione della A22, danno una coda di qualche chilometro tra Trento e Rovereto, spero solo che, vista la nostra velocità, quando arriveremo lì, tutto si sia sciolto.

Deciso anche di fermarmi all’area di servizio di Isarco Est, subito dopo Chiusa, meglio fermarci ora e rifornirci a sufficienza fino a casa, magari più in là potrebbe essere tardi, è la prima volta che mi fermo da quando la 5° è saltata, ne approfitto anche per i bisogni fisiologici, bisogna dare il giusto spazio a tutto e a tutti.

Un sorso d’acqua, una veloce sgranchita e poi riesco a ripartire, sempre con molto rumore, ma ora si sono aggiunti anche degli strattoni in partenza, durante la salita delle marce, dei colpi forti che si ripercuotono in tutto il camper.

Devo dire che ormai i nostri spiriti sono un pò più sereni, nonostante l’aggravarsi della situazione, non certo ignorando la gravità, però pare che questa avventura ci stia forgiando sempre più.

Arrivati a Trento Nord troviamo la coda, ferma ad aspettarci, arriviamo come previsto fino a Rovereto Nord, circa un’ora di fermo, marcia in 1° e in 2°, anche in folle, sembra che abbiamo messo delle biglie nella centrifuga, da fuori ci guardano un pò inorriditi, dalla telecamera posteriore vedo che mi stanno appiccicati, io provo a segnalare con gli stop e con le 4 frecce … amen, se si blocca il cambio di colpo e mi tamponano, io non posso farci nulla.

Dopo quella prova di nervi, arriva l’avviso di forte nebbia fino a Milano, decido così, anche questa volta, ma con più ragione, di non uscire sulla variante suggerita via Peschiera del Garda, inutile abbandonare l’autostrada per una strada provinciale.

Arriviamo a Verona, entriamo finalmente nella A4 in direzione di Trezzo, sembra quasi di essere arrivati, anche se con quel “quasi” bisogna ancora fare i conti, ormai è buio, c’è una forte nebbia, accendo il retro faro, ma è incredibile, tutti corrono come matti.

Dovrebbe esserci il divieto assoluto e per tutti i veicoli dei 50 km/h in caso di nebbia, le automobili sfrecciano via infilandosi nella coltre buia con velocità da brivido, noi sempre a 60-70 km/h, i camion e i pullman che ci raggiungono s’arrabbiano non poco perché gli rallentiamo la marcia, anche se siamo nella prima corsia e nulla vieta loro di sorpassarci, o meglio … che sia forse che abbiano paura di sorpassarci per la nebbia? … e allora perché corrono così?

Ormai proseguiamo sentendo anche la radio, per quello che riusciamo a sentire causa il forte rumore (questa registrazione è nulla confronto all’originale! 😮 ) e quando ormai sembrava un miraggio, arriva l’uscita di Trezzo, accompagno Marta a casa a prendere l’automobile, l’abbiamo lasciata nel box per non lasciarla al freddo e al gelo nella campagna del rimessaggio.

Arrivo davanti al cancello del rimessaggio e mi accorgo che sono le ore 22, non avevamo avvisato del nostro arrivo in ritardo, quindi aspetto l’arrivo di Marta, scarichiamo tutto lì fuori e poi suono, il contachilometri segna km. 27.817.

Mi viene aperto subito il cancello e senza complicazioni, così prima scarico le acque grigie finalmente libere dal blocco di ghiaccio sulla bocca di scarico, se si fosse ghiacciata tutta l’acqua grigia all’interno, non sarebbe riuscita a sgelarsi, segno che il sale versato ha funzionato; do una pulita veloce al bagno e scarico le nere e per ultime scarico anche le acque bianche e il boiler, così da non aver sorprese con il ghiaccio, in queste notti.

Arriviamo a casa che sono ormai le ore 22,30, deponiamo le cose e tiriamo un sospiro di sollievo, è stata una bellissima vacanza, certo l’imprevisto della scatola del cambio ha tentato di guastarcela, ma per fortuna i nostri spiriti sono stati capaci di essere superiori, riuscendo addirittura a trarre delle positività in quel guasto, visto che abbiamo una garanzia che ci copre fino allo scadere dell’anno dall’acquisto, meglio ora che magari fra sei mesi, a garanzia scaduta.

Anche dopo questa vacanza, siamo riusciti ad avere qualcosa dentro i nostri animi, in più per noi.

Il gelo sul camper.

Il gelo sul camper.

Il mattino successivo ho trovato ancora il ghiaccio sul frontale della cabina, sugli specchietti e sulla mansarda, segno del viaggio notturno della sera precedente, anche l’antenna aveva una coltre di ghiaccio paurosa.

Conclusioni sul viaggio

Con il “senno del poi” posso affermare che:

  • avendo dei giorni liberi prima del capodanno, abbiamo fatto bene a visitare prima Innsbruck e Salisburgo, così da tornare più spediti via Monaco;
  • abbiamo fatto bene a prendere i biglietti del tram giornalieri, usavamo quei mezzi come fossero nostri;
  • abbiamo fatto bene a fare il Gran Tour guidato della città, forse andava fatto il primo giorno, lasciando così più spazio al nostro girovagare, ma va ugualmente bene così;
  • dovendoci allontanare dal camper per tutto il giorno e con il freddo poi, abbiamo fatto bene a trovare un campeggio e quello poi, si è rivelato davvero essenziale, un minor costo ed il massimo della possibilità di servizi;
  • forse non serviva cambiare gli euro in Italia, magari si riesce a cambiare più favorevolmente in città e senza commissioni;
  • per il freddo rigido, oltre al sale, dovrò rimediare sugli scarichi;
  • Zonker è proprio un camper favoloso! … ma questo già lo sapevo! 🙂

Il percorso ()

o-o-o

Documentazione:

Alcuni suggerimenti da scaricare in Pdf, oltre alla guida Lonely Planet sulla città di Praga del 2007, alla guida Austria (De Agostini – Baedeker) e la guida Vienna e Austria (ediz. Giunti), prese tutte in biblioteca.

Statistiche:

Percorso Km. 1.911
Gasolio 229,52
Telepass 41,40
Autostr. Austria 15,70
Alimentari 92,54
Trasporti pubbl. 43,39
Sosta 80,75
Altro 147,90
Totale 651,20


Bye  Maurizio


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11 responses

17 02 2009
isidoro

Pensieri….
“Isidoro hai da leggere”. Ad un invito del genere non so resistere, ma guarda che faccio sempre disamine molto personali.

Il ponte d’ Europa, si paga sempre nonostante la vignetta, come pure le gallerie dei Tauri.
“panorama gradevolmente gelato”…. le tut da rider.
Ma cosa fanno i camper a Mirabell Platz con i compressori? Hai fatto una bella descrizione di Salzburg (permettimi, ma te lo avevo consigliato) : con tutte le volte che ci sono stato, anche in giornata, e l’ ultima volta Natale di due anni fa, non ho visto tutte le cose che hai notato tu….. o almeno non ricordo.
“a questo punto Marta ed io prendiamo la decisione di proseguirefino a Praga” Beata incosciente gioventù: noi saremo tornati indietro.
….scusa, ma se tu guidi… chi è che descrive così bene i particolari?
“è un misto, tra il colore delle case e il ghiaccio che viene trasportato dalle acque”…….. WOW !!!!!…..
“L’ ingresso a Praga è trionfale, la città sembra ci stia aspettando” ma è farina del tuo sacco o di quello accanto?
Bravo: visitare non è solo vedere stili, palazzi, chiese, musei, ma anche mangiare il trdlo e saperlo ben descrivere ( motto riattato della maestra delle elementari di Massimiliano) ; il langos Viennese è un’ altra roba.

Bellissimo completo ed esauriente diario di un bel viaggio. Complimenti davvero anche per il servizio fotografico (finalmente non sfuocato): se lo leggi con calma , tutto è scorrevole e riesci a viverlo.
Se mai andrò a Praga, ma con Ivana è difficile, vista la sua cocciuta negazione verso i paesi dell’ Est; lo stamperò e me lo porterò dietro…. altro non serve.
…..e ho vissuto l’ ansia finale
ciao Isidoro
PS qualche volta dovrei mettere le faccine ma come ti ho già detto, non sono capace.

18 02 2009
rosario massimino

Grazie per avermi regalato un’ora di sogno e una bellissima guida da tenere fra le cose prezioze da consultare.
Ho visitato Praga solo d’estate, ma mi è venuta tanta voglia di vederla d’inverno.
Piacere di averLa incontrata.
Cordial saluti.
Rosario.

18 02 2009
maurito54

Grazie Isidoro del commento, come avrai capito, ci tengo molto ad un tuo parere.

Per le “descrizioni”, ti dirò, prima di pubblicare faccio sempre leggere e commentare anche alla mia compagna di viaggio, è anche molto probabile che qualche ispirazione l’abbia io assorbita dalle suo modo di essere … simbiosi? … si dice così?

Per Ivana … portala a Praga in Primavera, dev’essere un’altra cosa e sono certo che le piacerà molto, è una città a misura di … donna, in senso sicuramente positivo! 🙂

Per le faccine, prova insieme a me digita senza spazi e virgolette: “: – )” e vedrai comparire la faccina che ride … pensa che puoi fare tutte le prove che vuoi, sostituendo ) con P O ( …

Adesso manca il tormento della 5° marcia … spero di poterlo pubblicare lunedì prossimo, al ritorno da Lione.

Bye Maurizio

18 02 2009
maurito54

Grazie a te Rosario Massimino, per aver lasciato un commento, una preghiera però, almeno qui dentro diamoci del “TU”, anche perché di fronte alle bellezze del mondo, siamo tutti più uguali del solito.

E’ vero Praga da proprio l’idea di essere una magnifica città, in qualsiasi periodo dell’anno, sono convinto che ogni momento riesca a dare il meglio di se.

Alla prossima … 🙂

Bye Maurizio

15 03 2009
Hendra

nice post

15 03 2009
maurito54

Dêkuji … thank’s Hedra! 🙂

Bye Maurizio

28 09 2009
Roberto

solo ora leggo questo tuo resoconto … controllavo se avevi pubblicato quello di agosto .
come sempre complimenti !
ciao
Roberto

28 09 2009
maurito54

Ciao Roberto!

Grazie per i complimenti, per quello di Agosto è in via di rifinitura, non sembra, ma in 24 giorni in camper si fanno e si vedono tante cose, soprattutto se si è in Grecia. 🙂

Bye Maurizio

19 09 2012
Tushar Mukhopadhyay

When I originally commented I clicked the “Notify me when new comments are added” checkbox and now each
time a comment is added I get four emails with the
same comment. Is there any way you can remove people from that service?

Appreciate it!

19 09 2012
Maurito54

Ciao Tushar,
Mi dispiace, questo è un servizio wordpress.com, non mio, non so come fare.
Grazie ugualmente della comunicazione.

Hello Thshar,
I’m sorry, this is a service wordpress.com, not mine, I do not know how.
Thanks also communication.

Bye Maurizio

16 02 2015
Marty

The Ships’s Voyages…

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