We lungo Bressanone, Vipiteno e Brunico.

22 12 2009

5/12/2009 – Km. 37.539

Finalmente è arrivato anche il momento del lungo ponte dell’Immacolata, o meglio, per noi di Milano è di S. Ambrogio; era previsto da molto tempo di incontrarci, tra alcuni partecipante al gruppo di Dova, come sempre un incontro ben organizzato da Isidoro.

Per logistiche interne e familiari, abbiamo deciso di partire il sabato mattina, il tempo è un pò grigio, non è una novità, perciò ci mettiamo in movimento verso Bressanone alle ore 9,30, so che Isidoro è già sul posto e mi spiace un pò di aver dovuto tardare.

Ben presto siamo nel traffico, scorrevole, ma si nota perfettamente l’affollamento di persone; il navigatore ci suggerisce l’uscita di Peschiera, ma è impensabile, già sullo svincolo c’è un’auto di servizio con il cartello di “coda” e subito dopo le auto e tanti camper perfettamente fermi … proseguiamo.

All’uscita successiva di Sommacampagna decidiamo in fretta di lasciare la A4, alla radio danno la A22 bloccata per “traffico intenso” verso il Brennero, così scegliamo di proseguire per la via normale: è giusto che anche la signorina del Garmin si guadagni il suo posto nel viaggio.

Proseguiamo bene, non c’è molto traffico, intanto Isidoro ci ragguaglia sul punto sosta dove incontrarci; sappiamo che definitivamente, assieme a noi, ci sarà Stramo (Maurizio), Paola ed Andrea e Franco Gommista con Donatella, tutti in viaggio proprio in questa mattina.

Ci spingiamo sulla strada normale fino a Rovereto, dove entriamo in A22, la troviamo trafficata, ma scorrevole; sono le ore 13,00, abbiamo fame, anche se siamo a soli 40 km da Chiusa, decidiamo di fermarci presso l’area di sosta Isarco Est () per una pasta asciutta veloce.

Riusciamo anche ad incrociare Maurizio, ci siamo sentiti per telefono, loro hanno già pranzato e Andrea dorme, perciò proseguiranno; noi ci velocizziamo un pò e poi proseguiamo per le indicazioni avute.

Arriviamo a Bressanone alle ore 15,30, al Km. 37.847, la “compagnia” è al completo, i nostri 4 camper sono gli unici nel parcheggio di una banca, sulle rive del fiume Isarco, vicino alla pista pedonale che porta a Bressanone.

Il presepe itinerante di Isidoro.

Isidoro ci colpisce subito, il suo bel Motorhome ha una vistosa capanna natalizia, con tanto di statuette e … la neve sul vetro!

Sotto la Plose.

Decidiamo di portarci tutti in città, verso il centro, così da iniziare la visita cittadina dei mercatini e cercando poi di incontrare i Krampus, tradizione tipica della zona che si svolge il 5/12 dalle ore 17, in varie città del trentino e del Tirolo.

Il parcheggio.

Non è la prima volta che visito Bressanone, ma è la prima in camper e mi piace notarne la differenza, non solo del mezzo di locomozione, ma anche di atmosfera; come trovo sempre affascinante camminare a fianco del fiume Isarco, molto vasto ed increspato dalle gelide acque.

Entriamo in città, c’è molto movimento, tante persone che, dal sentirle parlare, arrivano da ogni parte d’Italia, in perfetto contrasto con il parlare in tedesco dei locali, in ogni modo sempre gentili e cortesi.

Entriamo dal cortile della parrocchia dove c’è un’esposizione di curiosi presepi in legno, ognuno collocato in una bacheca illuminata e, visto l’imbrunire, questo da un certo fascino in più.

I cavalli al traino.

Subito dopo il giardino c’è la grande piazza, riempita ovunque dalle casette dei mercatini; una moltitudine di persone si aggira ovunque, ogni tanto c’è il carrettino trainato dai cavalli che porta a spasso i bambini che si fa largo tra la folla, incuriosendo i passanti.

Il coro natalizio.

Ormai la sera avanza, si sente l’apprensione dei presenti per poter vedere i Krampus, chi non li conosce chiede informazioni, chi li conosce sorride e non parla; intanto noi attraversiamo la piazza per ascoltare qualche canto del coro natalizio, mentre loro cantano, l’atmosfera è suggestiva, guardando attorno sembra di essere in una città di una favola.

La facciata esterna del Duomo.

Ritorniamo davanti alla chiesa, entriamo a visitarla, è molto grande e ben adornata, lì scopriamo che proprio a fianco è stata costruita la chiesa di S. Michele, molto più modesta e fredda, per accogliere i fedeli più poveri.

L'interno del Duomo.

L'organo sull'entrata.

L’interno è in un’unica navata, con un grande organo sulla porta, c’è un gruppo di turisti che sta ascoltando una guida, purtroppo però arriviamo alla fine e possiamo solo cercare d’intuire qualcosa dagli affreschi che stavano osservando.

Altra vista dei mercatini.

Ci soffermiamo ad osservare l’artigianato esposto, tutte cose impossibili da pensare nel nostro contesto cittadino e familiare, ma sono oggetti ugualmente simpatici, ben fatti, con un’alta manualità.

La curiosa fontana.

Nella piazza c’è anche una fontana di una forma strada, così come l’acqua è stranamente è segnata come potabile, anche se è impossibile avvicinarsi per le transenne.

Alcuni oggetti artigianali.

La via centrale.

Ogni tanto si iniziano a vedere delle persone “sporcate” di nero, segno che i Krampus sono entrati in città; il nostro gruppo si disperde un pò, Marta ed io prendiamo la strada principale, alla ricerca dei “demoni”.

I campanili dall'alto.

Nel frattempo entriamo in un negozio di articoli sportivi, è su più piani, all’ultimo c’è una terrazza esageratamente definita panoramica, ma è infilata tra i tetti e non si vede molto, almeno con il buio, però quel poco che si vede della piazza è suggestivo.

Quando ritorniamo sulla via si vedono i ragazzini che scappano inseguiti dai Krampus, il loro divertimento è cercare di strappare i rami delle scope di saggina che usano per frustare i passanti sulle gambe e sulla schiena.

Dietro al folto gruppo di demoni ci sono i carri, prima ci sono i due dei Krampus, uno con i bambini che sono stati catturati ed ingabbiati e l’altro con il grande Krampus che ha catturato una donna.

Colpito e sporcato.

Per ultimo c’è il carro di San Nicola, in segno di purificazione, con il suo stuolo di angeli, che sparge mandorle e benedizione per tutti; però ovunque si sentono urla di ragazze, ovvio obbiettivo naturale dei Krampus, che frustano e sporcano chiunque incontrano, ma prediligono le fanciulle essendo loro solo maschi, soprattutto se carine, sporcando abbondantemente le loro facce impaurite.

I carri arrivano alla piazzetta davanti all’arcivescovato, sostano per consentire ai bambini di scendere e permettono così di sfogare le ultime rappresaglie di chi ha voglia di darsi da fare; poi pian piano tutti si ritirano, loro sui loro carri, i turisti a controllare i danni, vestiti, cappotti e zaini anneriti, oltre alle facce e qualche inevitabile livido.

Un gruppo di Krampus. (da Isi)

Noi ce la siamo cavata abbastanza bene, io ho solo uno sbuffo di nero sulla guancia, Marta ha un pò il giaccone annerito, anche Ivana ha lo zaino sporco di nero, ma nulla di più.

Il gruppo decide di rientrare sui camper, Marta ed io ci fermiamo per una degustazione di un ottimo panino con dei wurstel locali e del buon vin brulè, scopriamo che è possibile l’acquisto di una tazza ricordo, ma sarà per la prossima volta; poi raggiungiamo gli altri, siamo tutti un pò stanchi, ci salutiamo, mangiamo e poi tutti a dormire.

6/12/2009

Ci svegliamo alle ore 8,00, la solita ed immancabile nostra colazione; la notte non ha fatto eccessivamente freddo, la stufa l’abbiamo accesa solo al risveglio e la notte il piumone è stato sufficiente.

La cottura del dolce ...

... in catena.

Alle 9,00 siamo tutti pronti per un giro in città, per poterla visitare con la luce diurna, anche se la piazza è la stessa, l’atmosfera è ovviamente diversa; c’è sempre molta gente, nello stand dove ieri sera c’era il coro, ora c’è la preparazione e la vendita di un dolce locale.

La colata dall'imbuto.

Lo zucchero finale.

E’ l’impasto della pasta del krafen, un pò più liquida e messa in un imbuto, poi viene fatto colare all’interno di una padella con l’olio bollente, dove si rapprende e cuoce velocemente.

Il nome del dolce locale.

Dopo aver girato il tutto, viene sgocciolato e cosparso di zucchero a velo e servito in un vassoio di cartone con della marmellata di ribes: un’ottima colazione, calda, calorica, ma gustosissima.

Il Duomo e la chiesa di S. Michele in basso.

In piazza c’è anche  una giostrina per i bimbi, c’era anche ieri sera, ma non avevo fatto caso che è una vera giostra antica, azionata a vapore, se non fosse per il manometro al centro, non sembrerebbe, per fortuna ho avuto la conferma dalla padrona.

La giostra a vapore.

Proseguiamo nel giro della città, i negozi stanno aprendo, ci sono addirittura alcuni bar che non servono, così quei pochi che sono aperti sono più che affollati; scopriamo che il caffè al banco costa € 1,10, incredibile per il posto in cui si è.

I carretti con i cavalli.

In giro continuano a vedersi i carretti trainati dai cavalli, è un’attrazione che attira sempre i piccoli, ma anche i grandi che li accompagnano non sembrano annoiarsi.

La statua di legno.

Nel giro incontriamo un negozio laboratorio di uno scultore che attira l’attenzione, ha davanti alla vetrina una statua ad altezza naturale di un passante che si ferma a guardare, tutta in legno e dipinta a mano.

Un'altra via del centro.

Il concerto degli ottoni.

Non fa freddo per nulla, il tempo è un pò grigio, ma non sembra voglia nevicare, sconvolgendo così le previsioni a nostro favore; ritorniamo in piazza, c’è un concerto di ottoni, li ascoltiamo per un pò, ma hanno delle pause lunghissime, così ci spostiamo a visitare la chiesetta di S, Michele, a fianco del Duomo.

L'altare della chiesa di San Michele.

Il piccolo organo sulla porta.

E’ molto diversa da quella principale, è disadorna e spoglia, dev’essere finita una funzione religiosa perché c’è molto incenso che annebbia un pò la visuale, però nel suo piccolo è ben fatta.

L'orto botanico.

Ritorniamo verso i camper, passiamo dal piccolo giardino botanico a fianco del palazzo arcivescovile, ci sono ancora tracce della neve della settimana scorsa, ci sono anche alcune verze e cavoli imbiancati, ma è carino.

Il cartello per le biciclette.

Per strada ci sono dei cartelli curiosi che incitano a tenere le luci delle biciclette accese, più che altro per farsi vedere con lo scuro, trovo simpatica l’idea di accostare una foto antica a questo monito.

Si pranza e poi si parte per Vipiteno verso le ore 14.00, prima però ci fermiamo ad un distributore sulla provinciale, proprio poco distante; oltre per il gasolio invernale per Isidoro e per me, gli altri usufruiscono del CS gratuito a disposizione.

C’è molto traffico, come ieri, anche oggi ci sono un’infinità di camper che sbucano da ogni parte, oltre a quelli che incrociamo o che sono in coda come noi; purtroppo Franco è l’unico con il CB … devo sbrigarmi con questa dotazione, vedrò di parlarne a Babbo Natale! 🙂

Il parcheggio a Vipiteno (da Isi).

Arriviamo con calma a Vipiteno alle 15,30, al Km. 37.878, presso l’area gratuita posta appena fuori dal paese (), in effetti anche qui c’è una quantità impressionante di camper, noi troviamo una sistemazione abbastanza vicina, devo mettere i cunei perchè sono un pò in pendenza.

I monti attorno ...

... e l'ingresso dell'area.

Tempo di sistemarci e poi siamo già per le strade della cittadina; anche oggi sta arrivando l’imbrunire alla svelta, cosa che rende tutta l’atmosfera diversa e un pò magica: l’unica via centrale del paese è un brulicare di turisti.

Il campanile ...

.. ed il suo varco.Per fortuna anche qui non fa eccessivamente freddo, ci attardiamo un pò con la vista delle vetrine, mentre il campanile svetta centralmente sulla via, scorgiamo l’accensione delle lampadine che lo contornano e questo aiuta a dare una visione più festosa.

San Cristoforo.

Anche qui c’è l’affresco di S. Cristoforo che osserva e protegge i viandanti sulla via, come a Bassano; man mano che ci avviciniamo al campanile, il suo varco alla base risulta curioso: da una visione particolare della piazzetta.

La piazzetta oltre l'arco della torre.

Chi percorre la strada è costretto a passare sotto l’arco, ponendo così il campanile al centro del paese, in effetti, nel passato, era un perfetto punto di osservazione, scandiva il mezzo giorno, tant’è che si chiama proprio la “Torre delle Dodici”.

I mercatini di Vipiteno.

Un incendio nel 1867 ha distrutto la guglia originale in legno rosso, sostituita poi dall’attuale in pietra; al suo interno c’era anche una cella carceraria, volevamo visitarla, ma c’è una lunga fila e desistiamo.

I suonatori.

Appena passato l’arco si sbuca nella piazzetta dei mercatini, si percepisce subito il profumo delle buone cose da mangiare, oltre che l’immancabile vin brulè; anche qui prendiamo un’altra tazza per il camper.

Immancabili anche i suonatori e mentre ascoltiamo la musica leggiamo il programma previsto per la sera: c’è una bella visita guidata per le 21, si girerà per la Vipiteno “nascosta”.

Andiamo di corsa al vicino ufficio informazioni per la dovuta prenotazione, ma … grande delusione … non ci sono più posti e così optiamo per la ricerca del posto in cui cenare con calma.

La tavolata in meditazione ...

Proseguiamo ancora un pò per la via e poi, con le informazioni raccolte, ritorniamo sui nostri passi; arriviamo presto al ristorante consigliato, ma non riesce a trasmettere il filling giusto, il posto è un ristorante di un hotel con sauna, un pò troppo pomposo per i nostri gusti.

... e dopo la scelta.

Decidiamo di dirigersi verso una anonima pizzeria vicino al posteggio dei camper, facendoci così proseguire la passeggiata serale; continuano a sbucare camper da ogni via, ovunque ce n’è uno, anche solo parcheggiato.

Il locale non è solo una classica banale pizzeria (Pizzeria Tie Break, Via Johann Kofler, 28, Vipiteno – Bolzano.Tel: 0472760153), ben presto si rivela un buon posto per passare una serata in compagnia; ci fanno accomodare nella saletta superiore, in un tavolone ben ambientato con le pareti in perline e ben raccolto.

Andrea è contento di potersi muovere con tranquillità, ormai è la nostra mascotte; noi però siamo presi da improvvisi dubbi … cosa possiamo scegliere per cena? … pizza o uno dei buonissimi piatti locali proposti? … nel dubbio, c’è chi opta per entrambe le scelte. 😛

Troviamo anche una buonissima birra chiara artigianale, ci viene servita in boccali particolari, che immediatamente finiscono al seguito, dopo opportuna richiesta, di Isidoro e Donatella.

Bella serata! Ottima compagnia! Ritorniamo ai camper, soddisfatti del nostro fiuto, la scelta del locale è stata perfetta, in linea con il nostro piacere di condivisione collettiva.

C’è un ottimo silenzio, anche se il sonno non ci mancherà; dopo i saluti per tutti, una piccola pausa per le letture e poi a dormire.

7/12/2009

Oggi è S. Ambrogio, il patrono di Milano, e grazie a lui ci stiamo godendo un bel ponte in compagnia degli amici; solita sveglia alle 8, colazione e via per la visita mattutina e diurna di Vipiteno.

Ritorniamo ancora sulla strada principale, ovviamente la vista è diversa; però ora non c’è nessuno in fila per salire sulla Torre delle Dodici, ne approfittiamo e saliamo in visita.

La cella carceraria.

Sulle scale troviamo quella che era la cella carceraria, dentro ovviamente c’è un fantoccio di paglia, ma è molto stretta ed angusta; proseguendo per la scala in pietra troviamo dei punti di sosta, oltre che vedere fuori, possiamo ammirare dei presepi storici, messi lì per l’occasione.

La campana.

Prima di arrivare in cima, ci fermiamo nel posto dove suonano le campane, o meglio, ora vengono suonate automaticamente, ma a Natale salgono dei campanari, e sul muro sono poste le date e le firme dei suonatori, così da rimanere fissate per sempre nella storia.

La via centrale sottostante.

Finalmente arriviamo in cima dei 46 mt. della torre, a fianco della campana che, per fortuna, ha appena suonato e non nelle nostre orecchie; da qui si gode davvero un ottima vista.

Il mercatino sottostante.

E’ facile immaginare lo scopo di questa torre, proprio sulla strada principale; è vero anche che in questo periodo, con la neve sui tetti sottostanti, si percepisce una vista unica: è facile scoprire anche la bancarella del mercatino sottostante, che sta preparando il cibo! 🙂

Come scendiamo troviamo Ivana che ci stava aspettando, assieme a Maurizio, Paola ed Andrea, ma lei in particolar modo era in apprensione per quello spazio angusto, in effetti, se non in salita, in discesa era davvero un pò soffocante: a volte si doveva scendere all’indietro.

Il Brezel.

Percorriamo per l’ultima volta la via fino in cima, soffermandoci per visitare qualche negozio; qui capita un fatto simpatico: Isidoro senza pensarci, ha fatto notare la differenza tra la paletta di Andrea ed il rastrello nella vetrina … subito dopo si è scatenato il putiferio, Andrea non aveva più pace, quello strumento nuovo in vetrina era stato eletto il suo strumento per la vita.

La concorrenza (Isi).

Così, tra la disperazione del piccolo ed il dispiacere del grande, abbiamo lasciato Maurizio e famiglia alle prese con la neve da spalare, dimostrando così l’utilità della paletta, spiegandogli anche che lo zio Gnomo sarebbe stato contento di lui, mentre noi ci siamo rifugiati in un panettiere per acquistare degli ottimi Brezel, appena sfornati.

Ritorniamo ai camper per il pranzo, qualcosa di caldo ci voleva, un veloce riposino e poi via come il vento verso la nostra ultima meta: Brunico.

Abbiamo avuto notizie di Gnomo, sembra sia sul Garda, Maurizio dovrà rientrare prima, chissà se riuscirà a portargli i nostri saluti; ormai sembra che quando ci si muove noi, in realtà, è come se si muovesse mezza Italia. 🙂

Alle ore 14.00 partiamo, ancora in carovana, c’era l’idea di fermarsi anche a Fortezza, ma il traffico è un pò intenso e decidiamo di proseguire fino alla fine; le strade sono buone e non piove.

Il parcheggio di Brunico.

Arriviamo alle ore 14.50, al Km. 37.928 (), il parcheggio è pieno di neve, ma con il camper si cammina ugualmente, ci sono un pò di camper, ma non molti, questo è il parcheggio più basso e più ampio.

La nostra sosta ed i solchi.

Come troviamo il posto dove fermarci, scopriamo subito l’insidia di quella “poca neve”: Isidoro accenna delle piccole difficoltà nel posizionarsi in retro, tanto che deve far ricorso alla pala per rompere il ghiaccio e crearsi dei solchi.

La montagne alle nostre spalle.

Il mio sorriso nasconde la soddisfazione del gemellato: mi accomodo con tutta tranquillità, cercando anche i piccoli movimenti per recuperare la pendenza; mentre Isidoro mi minaccia con la pala, sembra quasi di essere tornati a Dova, scendiamo e ci apprestiamo per la sosta.

Il centro di Brunico.

Seguendo la vicina pista ciclabile arriviamo in un attimo in centro, passiamo anche sotto la stazione, dove al fianco c’è un altro piccolo parcheggio che ora è pieno di automobili; presto ci troviamo catapultati nel fiume di persone, anche qui i mercatini non scherzano.

La via del centro.

Isidoro però ci suggerisce, prima dei mercatini, una visita al paese, c’è ancora un pò di luce e conviene; i negozi sono aperti ed ogni tanto facciamo una capatina dentro questo o quello, qualcosa da comprare lo si trova sempre.

Il calimero.

Durante la camminata ci dedichiamo anche un momento di relax, degustandoci in un bar una specialità della zona: il calimero; in pratica è un caffè con il vov e la panna ed una spruzzatina di cacao, molto buono e caldo.

L'affresco di San Bruno.

Proseguendo, tra un negozio e l’altro, arriviamo al Duomo; stranamente il suo interno è tutto buio, è accessibile solo da una porticina su di un lato, ma riusciamo ugualmente a scorgerne la bellezza.

Una piazzetta.

A questo punto è ora di tuffarci nel fiume di persone, arriviamo alle bancarelle, sgomitiamo a volte per entrare in quelle al chiuso, anche qui troviamo le stesse cose di Vipiteno e Bressanone, prendiamo anche qui il vin brulè in tazza così ora c’è la coppia.

Il Duomo.

L'organo ...

... il pulpito, sempre al buio.

Qui troviamo però delle bancarelle più fornite di cibarie varie, vendono anche dei pani a mò di scodella, con dentro qualcosa simile a della carne in umido, senza contare i soliti panini con wurstel o speck.

Ovviamente ci perdiamo tra di noi, ci ritroviamo e ci riperdiamo, insomma, ci immergiamo completamente in questa bella atmosfera natalizia, ogni tanto ci si ferma anche a scaldarci vicino alle stufe di terracotta, poste davanti alle cibarie.

Una visuale notturna.

Alla fine torniamo ai camper, un pò esausti dal giro, qualcuno ha comprato, ma tutti abbiamo apprezzato la visita; intanto il parcheggio si è svuotato, sta anche iniziando a nevicare, molto piano, ma sapevamo già che domani le previsioni davano la neve.

Così decido di girarmi, più per non dover fare strane manovre in caso di neve alta; Franco decide di spostarsi più verso la strada, fa bene: domani mattina partirà presto e così sarà già pronto.

Un edificio particolarmente illuminato.

Con Isidoro ed Ivana osserviamo la cartina della foresta nera, chiediamo loro alcuni suggerimenti per il nostro Capodanno del 2010 e così ci immergiamo in qualche simpatico racconto, loro sono stati già molte volte.

Si fa l’ora della cena e poi la stanchezza inizia a fasi sentire, accenniamo ad una lettura, ma … alla fine si dorme; fuori sta nevicando, nulla di meglio per passare la notte al caldo.

8/12/2009

Alle 7,00 sentiamo Franco che saluta Isidoro, se sono arrivati fino qui, vuol dire che non c’è, molta neve; ci attardiamo a letto fino alle 8,00, poi la solita colazione che ci fa finire la bombola ed incontriamo Ivana ed Isidoro, sul loro camper, visto che fuori piove, approfittiamo per salutarci.

La coda per strada.

Sul piazzale siamo rimasti davvero in pochi camper, un omino della pro loco ci chiede se vogliamo spostarci più al centro, prevedono una grande nevicata e non vogliono lasciarci isolati; gli spieghiamo che stiamo andando, tempo una mezzora e alle 10,15 partiamo, ognuno verso una direzione diversa.

Un traforo in corso sulla strada.

Sono stati davvero dei bei giorni, bella compagnia, di sicuro troveremo il modo per rivederci, sperando che si aggiungano anche altri componenti.

Come siamo sulla strada, inizia una coda infinita: all’inizio si credeva fosse solo la difficoltà di passare la rotonda, poi “forse” un semaforo un pò più in là, poi un’ambulanza che ci sorpassa a sirene spiegate ci ha fatto propendere per un incidente: ma le auto e i camper erano sempre inesorabilmente davanti a noi.

Il tempo nuvoloso.

Alla radio danno in continuazione la A22 con “code a tratti“, a partire da Bolzano, fino alla A1; a fatica, dopo qualche ora, arriviamo a Chiusa ed entriamo in autostrada; ma presto, anzi, subito, ci accorgiamo che siamo arrivati a “tratti”: tutti fermi in colonna. 😦

In coda sulla A22.

Dopo aver fatto 9 km in coda, usciamo a Bolzano Nord, l’idea a questo punto è di fare la provinciale, ma anche qui, prima in coda in città a Bolzano, poi in periferia ci deviano sulla statale e lì siamo ancora tutti in coda … per ore, fino a Trento.

Abbiamo anche cercato di trovare una scappatoia: ho guardato il navigatore ed ho imposto alla “signorina” di farci da guida, alla prima strada sulla destra siamo usciti dal fiume di auto e camper e ci siamo diretti verso il versante opposto della valle.

Un pò di libertà, qualche chilometro più scorrevole, ma è durata poco, così, cartina alla mano, ci siamo diretti verso Riva del Garda, sulla Gardesana Occidentale; non l’ho mai fatta in camper, ne ho sempre sentito parlare male dai camperisti, e così sperimentiamo il pathos di passare nelle gallerie con la roccia viva a 3,50 mt … per fortuna noi siamo 3 mt e non ci sono i camion che passano in direzione opposta, non dovrebbero passare mai da qui, ma …

Proseguiamo tra un accenno di coda ed un pò di traffico scorrevole, di sicuro questo percorso, di giorno, regala uno splendido paesaggio, solo che ora c’è buio e non c’è molta voglia di pensare al panorama; si vedono le luci sul lago, siamo un pò in alto, ma sono ore che siamo in strada.

Sentiamo per telefono Isidoro, sono arrivati anche loro con qualche difficoltà di traffico, ma noi non disperiamo; Marta gentilmente mi fornisce qualche genere di conforto, del cibo e delle bevande, io mi sono fermato giusto un attimo per l’espletamento fisiologico, ma nulla di più … proseguiamo imperterriti.

Finalmente arriviamo a Brescia, entriamo in A4, la segnalazione è “traffico rallentato”; ma a questo punto confidiamo sulle 4 corsie verso Milano.

Quando arriviamo al rimessaggio, sono le ore 20.00, al Km. 38.241, stanchi e sfiniti, ma tutto sommato, tutto è andato bene, sappiamo che Franco è arrivato a Magenta senza nessuna coda, quindi … sarebbe bastato non poltrire!

Il percorso ()

o-o-o

Statistiche:

Percorso Km 702
Gasolio 105,50
Telepass 18,80
Pernotto 0,00
Biglietti visite 3,00
Sosta 0,00
Pranzo / Cena 31,00
Bibite / Gelati 35,22
Totale 193,52

Bye  Maurizio


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6 responses

22 12 2009
isidoro

ciao
per noi è stato un lungo e bel finesettimana che aspettavamo da tempo.
Nonostante disguidi e code, respirare l’ aria Natalizia di quelle zone, per noi rimane sempre un piacere intenso.
La compagnia poi, ha creato il resto.
Già sappiamo che ritorneremo la il prossimo anno, Dio volendo, con la compagnia di Ilaria e Mattias: anche lei, gode di quell’ atmosfera ma quest’ anno con il nuovo lavoro era un pò in difficoltà.
Commento di Massimiliano: ma guarda il bene che ci vuole Maurizio; anche su facebook mi risponde sempre! !
Ora non mi resta che farvi gli Auguri per un sereno Natale e, come mi facevano dire da bambino: bon principio dell’ anno e della salute…..
Peccato che di ciò non si possa modulare la cantilena.
ciao Isidoro

23 12 2009
maurito54

Grazie Isidoro & C!

E’ stata davvero una bella esperienza; ricambiamo di cuore ancora gli auguri a tutti voi … siete davvero speciali! 🙂

Bye Maurizio

24 12 2009
BRIGSUPER

che bella cronostoria, e che bel gruppo, BRAVO -BRAVI, ciaooooooooooooooo

25 12 2009
maurito54

Grazie Brig, come sempre la magia è tutta merito di Dova! 🙂

Bye

5 06 2010
Teresa

Vi siete fatti un bel viaggetto, a Vipiteno ci sono andato acune volte da bambino.

Quando tornero’ in Italia, magari ci faro’ un salto per un viaggeto con i miei figli.

5 06 2010
maurito54

Grazie per la visita “Teresa”,
peccato non sapere da dove scrivi, in ogni modo sono certo che l’Italia piacerà molto ai tuoi figli.

Bye Maurizio

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